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(16/10/2021) A.S. Roma

Mourinho in conferenza stampa: Abraham partirà con noi. Se giocherà? Vedremo… Voglio vedere personalità, coraggio e atteggiamento

José Mourinho, allenatore dell’AS Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita contro la Juventus.

Come sta Abraham?
“Vediamo se sarà in campo. L’allenamento di oggi è molto poco, però viaggerà con noi e domani vediamo quello che succederà. Sta migliorando giorno dopo giorno però”.

L’altro dubbio di formazione riguarda Viña: “Non ci sono dubbi su di lui”.

La Juventus è partita malissimo in questo campionato. Può ancora lottare per lo scudetto? “Questa domanda è per Max, non è per me però se devo rispondere devo dire ovviamente di sì perché è una squadra fortissima che gioca sempre per vincere le partite e il campionato. Non è una squadra di 11 bravi giocatori ma di 20 bravi giocatori con esperienza e qualità. Ha un grande allenatore e quindi è una candidata forte per lo scudetto”.
 
Villar è fuori dalle convocazioni? In caso di risposta affermativa, c’è qualche problema con il ragazzo? “Perché lei dice che è fuori? E’ un po’ strano che lei mi chieda di Villar quando ci sono 23 giocatori più i portieri. Perché mi chiede di Villar e non di un altro giocatore? E’ strano”.
 
Perché lo scorso anno ha giocato parecchio e quest’anno pochissimo: “Però non significa che non sia convocato. Magari qualcuno lo ha visto mezz’ora fa andare fuori da Trigoria e magari ha tratto la conclusione sbagliata. E’ convocato, non giocherà dall’inizio ma sarà in panchina. E’ un giocatore che lavora bene, che sta facendo uno sforzo importante per potersi adattare al mio modo di pensare calcio, che sta facendo uno sforzo per cambiare un modo di giocare che l’anno scorso lo vedeva facilitato dalla presenza dei cinque dietro e dove il suo lavoro a centrocampo era completamente diverso dal nostro gioco. E sono contento di lui, le opportunità di giocare arriveranno magari già domani. Però partirà dalla panchina, non sarà titolare”.
 
Cosa la stimola nel confronto diretto con Allegri? Secondo lei ha senso la distinzione tra allenatori risultatisti e giochisti? “I risultatisti sono quelli che vincono e non è una cosa negativa. Io ho vinto qualcosa, anche Max ha vinto qualcosa e questo deve essere visto in modo positivo. Non è una sfida tra me e Allegri, è Roma-Juventus.Avrò il piacere di salutarlo prima e dopo la partita, ci sono rispetto e stima, siamo stati insieme tante volte in questi dieci anni nelle riunioni Uefa e di Champions League. Non c’è una grande amicizia perché i contatti non sono stati sufficienti per questo ma a me piace Max come persona e abbiamo un buon rapporto. Sarà un piacere stare con lui e sono ovviamente felice che sia tornato a lavorare, perché è stato fuori troppo”.
 
Che accoglienza si aspetta allo Juventus Stadium? Teme che Orsato possa non essere serenissimo nell’arbitrare una partita della Roma di Mourinho? “Prima della partita sono sempre contento della designazione arbitrale, non mi interessa ciò che è accaduto in passato. Io mi fido di tutti, parto dal principio che tutti sono bravi e tutti vogliono fare bene. Con un uomo dell’esperienza di Orsato sono perfettamente tranquillo e felice. Qualche volta loro sbagliano e la critica è normale che esca al termine di una partita. L’accoglienza forse sarà la stessa di sempre o forse diversa, non lo so. L’ultima volta alla fine della partita ho avuto una reazione che è stata un po’ criticata, l’ho visto strano… In pratica è stato dimenticato quello che è successo nei novanta minuti ed è rimasta la reazione durata 10 secondi. Oggi si parla tanto di un certo tipo di atteggiamento, di rispetto e in quella partita tutto è stato dimenticato per 90 minuti”.
 
Come stanno Shomurodov e Mayoral? “Stanno bene e se devono giocare, giocheranno”.
 
La sfida con la Juventus è una partita come tutte le altre? Le fa piacere che il Newcastle abbia definito lei come l’uomo ideale per il futuro e per la ricostruzione della squadra? “Non ho niente da dire sul Newcastle. Tanti anni fa ho lavorato con uno dei più grandi della storia del Newcastle, mister Robson, e da quel momento lì ho avuto una connessione emozionale con quella città, con quella gente che conosco bene. Niente di più. Sono molto felice di essere qui, al 100% con il progetto Roma e con il progetto dei Friedkin. Non ci sono problemi. Juventus-Roma? E’ una di quelle partite che mi piace giocare di più ma senza sentimenti negativi, piace a tutti giocare le partite più grandi”.
 
Il gap dalla Juventus: “Il campionato è iniziato poche settimane fa, qualche volta è difficile rispondere perché sembra che io sia costretto a ripetere le stesse cose. Una squadra gioca per vincere la Champions, un’altra gioca per vincere la Conference League. Una cosa è una squadra che vince 9 campionati di Serie A, un’altra cosa è una squadra che ne vince zero di 10. Un’altra cosa è una squadra che torna a lavorare con Allegri, dopo che ha allenato lì per tanti anni, un’altra cosa è una squadra con un allenatore arrivato tre mesi fa. Un’altra cosa è una rosa con 25 giocatori internazionali, con esperienza, un’altra cosa è una rosa con 13-14 e dopo un gruppo di bravi giovani giocatori che cercano di imparare e migliorare. C’è una differenza, però, quando inizia una partita e siamo là 11 contro 11 fino all’ultimo secondo, tutto questo si deve dimenticare. Principalmente noi dobbiamo dimenticarlo e dobbiamo avere la personalità, il coraggio e l’atteggiamento di arrivare lì e fare la nostra partita e cercare di vincere”.
 
La comunicazione in vista di questa partita: “Posso dire solo che abbiamo un piano di gioco, anche se non è stato facile lavorare senza calciatori, visto che non siamo stati tutti insieme. Allegri saprà già quale Roma scenderà in campo, il dubbio riguarda Abraham. Per noi è difficile sapere chi giocherà nella Juventus perché sono tanti, anche senza Dybala e Rabiot. Sono tanti, tanti di qualità e con multifunzionalità. Noi siamo in crescita ed è molto importante avere una determinata identità, quindi andremo lì per giocare e se non vinciamo voglio che sia per colpa della Juve e non per colpa nostra. Come ho detto prima, però, tutte queste differenze domani, quando inizierà la partita, devono essere dimenticate”.
 
Affrontate una squadra con un allenatore che nel corso della partita non ha paura di abbassarsi e di difendere negli ultimi 30 metri, togliendo profondità: “(Mourinho interrompe la domanda) Però questo non è un allenatore risultatista, è un allenatore con talento per analizzare la partita e prendere le sue decisioni”.
 
Cambierà, dunque, il vostro sviluppo offensivo e cambieranno le caratteristiche offensive? “E’ normale, questa è la dialettica del gioco. Loro metteranno in atto determinate dinamiche e noi dovremo pensare. Quando dico che non dobbiamo perdere la nostra identità di gioco non voglio essere naif, anche a me piace leggere  la partita e adattarmi, anche se sarà più difficile per me che per lui”.
 

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