Bruno Conti ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Corriere dello Sport. Queste alcune delle sue dichiarazioni.
Il 25 maggio era a Tirana da tifoso: una grande emozione. “Vincere la coppa è stato importante, il giusto premio a questa proprietà che sta facendo un grandissimo lavoro. E’ stato fantastico vedere tanta gente che ha gioito per questa vittoria. La società ha invitato ex calciatori, magazzinieri, gli addetti ai cancelli. Un gesto esemplare, vedere da vicino la felicità di tante persone che da anni lavorano nell’ombra per la Roma è stato commovente. Non potrò mai dimenticare quella serata. La commozione di Aldair, Rizzitelli, Antonello Venditti. E poi la felicità di un ragazzino, che ci segue dai tempi di Spalletti. Lo chiamano il “principino”, è costretto sulla sedia a rotelle. I giocatori gli hanno portato la coppa sotto la sua tribuna. Un gesto da brividi”.
La coppa l’ha alzata al cielo Lorenzo Pellegrini, uno dei tanti ragazzi che ha scoperto lei. “Lorenzo è cresciuto tanto. Questa società crede tanto nel settore giovanile, vuole portare avanti la nostra realtà. Lo ricordo piccolino, ha avuto una maturazione incredibile. A volte diamo giudizi affrettati, ma su di lui non mi sbaglio: sta diventando un grandissimo capitano, è un ragazzo d’oro, tecnicamente e tatticamente è migliorato, ha trovato continuità. Ha una grandissima famiglia alle spalle. Lui, De Rossi, Florenzi, Aquilani. Per sfondare ci vuole bravura ma anche la testa e lui ce l’ha. Il padre è stato il suo primo allenatore, gli ha insegnato tante cose”.
Mourinho segue molto il settore giovanile. Va a vedere personalmente le partite. “Lo vedi a Trigoria dalla mattina alla sera, segue gli allenamenti anche degli Under 16. E’ una persona importante per questi ragazzi, per loro è toccare il cielo con un dito quando segue le loro partite. E’ un allenatore che ha portato la cultura del lavoro. Mourinho è un grande, ho un bel rapporto con lui, di stima e rispetto. Anche quando va via da Trigoria si ferma sempre con i bambini al cancello”.