Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Ieri sera abbiamo visto una bella partita, ci siamo divertiti, grande calcio, due squadre speculari. L'Atalanta l'ha vinta perché oggettivamente andava a mille per tutti i 90 minuti. Sinceramente, tornando indietro con la memoria, non ricordo squadre in grado di essere così dinamiche, forse l'Unione Sovietica di Lobanovskyi. È stata una grande impresa. Vedendole ieri e non solo, mi viene da dire una cosa: Atalanta e Bayer sono squadre che vanno affrontate come dicono Mourinho e Allegri. Allegri all'Atalanta non ha fatto fare un tiro in porta, Mourinho nella partita d'andata l'aveva contenuta. Quando incontri queste squadre molto aperte, che vanno molto sull'uno contro uno, o sei in grado di correre come un pazzo come fanno loro, oppure tatticamente devi andare su altre soluzioni. Quindi quando diciamo che questi "dinosauri" della vecchia guardia come Mourinho e Allegri sono tutti una manica di imbecilli, direi di stare un attimo attenti. Detto questo, faccio una preghiera ai tifosi: non parliamo di modello Atalanta, per cortesia. Quello è un modello che può andare bene a Bergamo, dove quando tu devi fare un ricambio generazionale puoi tranquillamente arrivare decimo/dodicesimo e nessuno ti dice niente, non ti dice niente il pubblico né la società. A Bergamo la vittoria non è indicata tra gli obiettivi, tanto è vero che hanno vinto un titolo dopo 70 anni e mi pare che abbiano vissuto in grandissima serenità in questi 70 anni. L'Atalanta è provincia, di grandissimo livello, per carità, ma la Roma è la squadra della Capitale, ha un altro status. Fare il modello Atalanta significherebbe rassegnarsi a essere provincia del calcio. Due settimane fa il modello era il Bayer, ora siccome ha vinto è diventato l'Atalanta, domani magari l'Olympiacos vince la Conference e diventa un modello pure quello, così non è serio. Auguro a Ghisolfi di calarsi immediatamente, in 2-3 settimane, nella realtà di Roma e di capire che Roma non è Nizza e che sta giocando, nell'ambito della sua carriera, una partita completamente diversa, spero che se ne renda conto".