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(31/10/2024) A.S. Roma

Ranieri: Mi spiace che abbiano esonerato De Rossi. Ho voglia di rimettermi in discussione

 

Claudio Ranieri ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera. Il tecnico, romano e romanista, ha parlato di sé e della sua carriera, con inevitabili riferimenti anche alla squadra giallorossa. Ecco alcuni passaggi delle sue parole.

Claudio Ranieri qual era il suo sogno di bambino?
"L’ho realizzato: fare il calciatore".
 
E, magari, da grande l’allenatore?
"A quello sinceramente non avevo pensato. Quando Gianni Di Marzio, che mi aveva avuto come difensore prima a Catanzaro e poi a Catania, mi ha suggerito la panchina della Vigor Lamezia, non ero troppo convinto. E invece...".
 
Invece si è appassionato.
"Mi volevano allenatore-giocatore ma ho subito messo le cose in chiaro: se dovevo cominciare una nuova vita, era inutile aspettare...".
 
Alla fine ha quasi vinto uno scudetto. Forse, quel campionato, perso in volata con l’Inter di Mourinho, è il cruccio più grande della sua carriera.
"Sino a un certo punto. Sono pratico e fatalista. È vero che, per come si erano messe le cose, potevamo farcela. Però nessuno ricorda mai che sono arrivato a campionato iniziato e ho fatto più punti dell’Inter. Eravamo in testa, ma abbiamo perso in casa 2-1 con la Samp, una partita che doveva finire 3-0. Il calcio è così. Della Roma mi resta il cuore gonfio della mia gioia di essere romanista".
 
Alla Roma ha sostituito De Rossi e Totti all’intervallo di un derby. Ha rischiato grosso...
"Ma poi abbiamo vinto. Erano troppo coinvolti e così ho responsabilizzato la squadra".
 
Daniele è diventato un allenatore.
"Non me lo sarei immaginato. È un mestiere particolare. La prima dote che serve è la pazienza. Mi spiace che lo abbiano esonerato, aveva avviato un progetto".

Le liti con Mourinho?
"Mi diceva che ero vecchio e che non parlavo l’inglese. Per la verità, oltre all’inglese, parlo anche francese e spagnolo, le lingue dei Paesi in cui ho allenato. Ma quando sono andato all’Inter siamo diventati amici. Non so come sia successo, forse gli hanno raccontato come ero e come allenavo. Così quando mi hanno mandato via dal Leicester, lui che era al Manchester United, si è presentato in sala stampa indossando una maglietta con le mie iniziali: C.R.".
 
Quando ha lasciato Cagliari a fine maggio ha detto: sarà il mio ultimo club. Si è pentito?
"Confesso che ho voglia di rimettermi in discussione anche se ho già detto di no a più di una proposta. Vediamo se arriva la chiamata di una Nazionale. Non quella italiana: ho la massima fiducia in Spalletti".
 
 

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