Tokyo si illumina d’azzurro (e di giallorosso) grazie a Mattia Furlani, che nello stadio dei sogni compie un vero capolavoro: la sua prova nel salto in lungo ai Mondiali vale una magica medaglia d’oro. Un trionfo che profuma di impresa.
Il neo campione del Mondo ha rilasciato un'intervista all'edizione odierna de Il Messaggero e tra i vari temi trattati inevitabile una domanda sulla sua squadra del cuore: la Roma.
Mattia, che emozione sta provando?
"Infinita. Che notte, che notte. Qualcosa di magico. Un risultato di cui vado ampiamente fiero".
A un certo punto era settimo dopo tre salti. Come ha gestito quel momento difficile?
"Con la calma e la pazienza. Perché con la foga non si ottiene nulla in contesti così delicati. Bisogna rimanere concentrati e non creare disordine nelle cose. Il disordine poi non porta a nulla".
Lei è diventato il più giovane campione del mondo nel lungo, superando un certo Carl Lewis.
"Non è possibile, è fantascienza. Avvicinarsi piano piano a un fenomeno del genere è un traguardo fantastico".
Qual è il suo potenziale? Dove può arrivare?
"Ho vent'anni, può succedere di tutto. Stiamo crescendo step by step e ci sarà il futuro a parlare per noi. Sono sempre ottimista, vedo un futuro luminoso. E poi io amo quello che faccio, è la mia vita".
Un'ultima cosa. Se la invitasse la Roma, la sua squadra del cuore?
"Io ci vado lo stesso allo stadio. Ma se mi invita ancora meglio. Sarebbe bellissimo".