In questa marcia di avvicinamento al Derby Lazio-Roma, in programma domenica alle 12:30, ha parlato anche Mile Svilar. Il portiere giallorosso ha rilasciato un'intervista ai microfoni di CBS Sports Golazo, in cui ha trattato diversi temi, dalla stracittadina al rapporto con Gian Piero Gasperini.
Cosa significa giocare il derby?
"È sempre pazzesco, mi fa venire i brividi. Ma ovviamente preferisco Roma-Lazio a Lazio-Roma. Si tratta di una partita incredibile, l'attesa dura tutta la settimana. Sono molto contento che si giochi questa settimana".
Venendo dall'estero, ti immaginavi che il derby fosse così importante a Roma?
"A Roma è pazzesco. Da quando sono arrivato tre anni fa lo stadio è sempre pieno. Le partite casalinghe sono incredibili, soprattutto il derby. Ora c'è Lazio-Roma, ma è una settimana pazza e le persone iniziano a parlarne già dal lunedì e il giorno della partita è considerato il più importante dell'anno".
Come si prepara la città?
"La tensione cresce giorno dopo giorno e lo puoi percepire anche nello spogliatoio. In città, quando incontri i tifosi, ti dicono: 'Dai, c'è il derby!'. C'è una sensazione diversa in città".
Cosa è cambiato con Gasperini? Hai avuto diversi allenatori a Roma: preferisci coloro che hanno un gioco offensivo o difensivo?
"Da portiere preferisci avere la difesa più compatta, ma la cosa più importante è vincere e a me andrebbe bene vincere anche tutte le partite 5-4. Ovviamente cercherei di non prenderei 4 gol a partita (ride, ndr). Con Gasperini è cambiata l'intensità e allenarci in questo modo è una cosa positiva. Siamo migliorati molti, anche se c'è ancora tanto da fare, ma siamo nella direzione giusta".
Quale è stata la chiave per diventare il miglior portiere della Serie A della passata stagione?
"Costanza. Il lavoro giornaliero è molto importante ed è quello che ti porta al livello successivo, motivo per cui sia io sia il gruppo continueremo a seguire questa strada".
Cosa ci puoi dire sull'impatto avuto da Ranieri nella passata stagione?
"Ci ha dato tantissima calma e tranquillità. Lui ha molta fiducia nei giocatori e puoi percepirlo, questo è fondamentale per un calciatore".
Hai debuttato in Champions a 18 anni: cosa hai imparato da quella esperienza?
"Sembra passata un'eternità (ride, ndr). Non dimenticherò mai quell'esperienza, mi ha reso molto più forte sotto l'aspetto mentale. È stata un'avventura pazzesca, ma non ho intenzione di fermarmi".
Sto rivedendo ora le immagini: mi piacevano i tuoi capelli, te li devi far ricrescere...
"Davvero? (ride,ndr)".
Quali sono i tuoi obiettivi personali?
"Il mio obiettivo è portare la squadra al livello successivo e portare il club al livello a cui appartiene. Questo deve essere l'obiettivo principale di ciascuno di noi, è la cosa più importante".