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La Gazzetta dello Sport

(05/05/2024)

La Roma ora svolta: basta con i prestiti. E con la Champions…

Molto dipenderà proprio dalla partita di stasera. Nel senso che se la Roma dovesse andare in Champions League (e la sfida con la Juventus pesa, in tal senso) a Trigoria faranno un certo tipo di mercato, dovesse invece restare ancora in Europa League tutt’altro. Anche se poi le due direttive camminano parallele da un altro punto di vista: basta prestiti, almeno in massa com è successo negli ultimi anni. In questa stagione, ad esempio, la Roma ha in rosa di ben sette giocatori di proprietà altrui: i difensori Llorente, Huijsen, Kristensen e Angeliño, il centrocampista Renato Sanches e gli attaccanti Azmoun e Lukaku. Una strategia voluta e cercata anche per abbassare i costi ed evitare di spendere soldi per i cartellini, considerando anche i paletti del fair play finanziario a cui devono sottostare a Trigoria per l’accordo chiuso con l’Uefa fino al 2027. Una strategia, però, che evidentemente ha pagato solo in parte, perché di quei sette nessuno ha davvero convinto il club a svenarsi a giugno per trattenerlo. Insomma, i prestiti giallorossi in gran parte hanno deluso. E non solo Renato Sanches, che è ovviamente il caso più eclatante e che a fine mese tornerà diretto al Psg, ma anche gli altri - considerando il rapporto qualità/prezzo - non hanno mai rubato l’occhio.

Dalla prossima stagione, dunque, si cambia. Il club ha deciso di limitare i prestiti al massimo a 2-3 e di patrimonializzare. Insomma, si punterà ad avere giocatori di proprietà per creare valore e senso di appartenenza. I giocatori di proprietà, infatti, non solo contribuiscono ad aumentare il valore totale del club, ma si sentono maggiormente legati alla causa. Chi invece già a metà stagione sa che dopo pochi mesi sarà altrove, rischia di mollare mentalmente e di non essere più d’aiuto alla causa. Ed allora se si dovesse andare in Champions la Roma cercherà - anche grazie agli introiti della principale coppa europea - di portare a casa 3-4 giocatori che siano in grado di fare la differenza fin da subito. Che siano pronti, insomma, anche per garantire una certa competitività a livello europeo. Se invece la Roma dovesse giocare ancora l’Europa League allora la scelta cadrà su dei profili diversi: giocatori giovani, con voglia e fame agonistica, in grado di essere valorizzati sotto la gestione di De Rossi. Che proprio ieri ha ricordato come a lui piacciano - sia in attacco sia in difesa - giocatori abituati all’uno contro uno. Ecco, l’identikit di base c’è, in attesa che arrivi anche il d.s.


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