Zbigniew Boniek, vicepresidente della UEFA, è intervenuto in diretta a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda tutti i giorni sui 101.500 di Centro Suono Sport dalle 10 alle 14.
I 3 gol presi dalla Roma in 7 minuti contro la Juventus: “La forza di una squadra dipende dalla quantità di leader che ha in campo, più sono giocatori maturi, con carisma, giocatori sicuri che riescono a dare un’impronta, giocatori che sono in grado di far tornare la giusta concentrazione alla squadra meglio è. Onestamente anche io ho visto la Roma andare sempre più lentamente, mollare le marcature, sempre più tranquilla. È anche una cosa insolita vedere una squadra avversaria fare tre tiri e tre gol. La cosa che ti lascia più perplesso è che questa era una delle migliori partite giocate dalla Roma: primi venti minuti molto bene, poi ha lasciato un po’ campo alla Juve mentre nel secondo tempo abbiamo visto bellissime azioni e gol. Sconfitte così ti possono lasciare il segno perché invece di accorciare le distanze in classifica finisci dove tutti cominciano un pochino ad accusare la posizione”.
Shomurodov: “Non ho detto che è un gran bel giocatore, ho detto che lo seguo da due anni. A Genova ha fatto più gol e assist di Dzeko nella Roma. Poi è uno che quando entra ha sempre qualche occasione. Ho detto solo che ha avuto poco tempo per giocare e che se avesse avuto a disposizione gli stessi minuti che ad oggi ha avuto Abraham forse avrebbe fatto gli stessi gol oppure di più perché mi sembra un calciatore abbastanza concreto. La Roma lo ha preso prima che arrivasse Abraham e lo ha anche pagato, quindi non lo ha preso per riempire la rosa, lo ha preso perché convinta e pensava che potesse fare il titolare. Se non fosse arrivato Abraham forse avrebbe fatto il titolare. È un giocatore che fa molto movimento, verticalizza veloce e sa fare anche gol”.
Adesso è in disgrazia con Mourinho: “Mourinho si fida molto di questo gruppo di titolari fissi e vuole sfruttarli o vuole farli giocare quasi sempre. Certi giocatori che fanno parte della rosa sono stati messi da parte ma è la strategia dell’allenatore. Le squadre hanno rose da 25-26 giocatori, tutti pagati bene, e l’allenatore riesce a tenere sotto controllo tutti e venticinque, li alterna con il famoso turnover che ai nostri tempi non c’era e la Roma quasi sempre gioca con gli stessi attaccanti e gli stessi difensori. Non dico che questo è un male ma potrebbe anche aiutare la squadra. Ma vedendo i risultati forse non è così e poi c’è anche il rischio che se devi chiamare il giocatore che gioca poco questo non sarà mai in condizione adeguata perché la condizione si acquisisce solo attraverso il gioco e non attraverso gli allenamenti”.
La decisione di ingaggiare Mourinho: “Mourinho è un gran personaggio, un grande allenatore, un grande gestore di campioni. Questo bisogna dargli atto: in ogni squadra dove ha avuto campioni è riuscito a vincere e a fare bene. Sa muoversi bene, sa creare attenzioni, sa creare l’atmosfera giusta. Bisogna vedere in una squadra come la Roma, dove c’è bisogno di gioco, di movimento, se riesce a curare molto questo aspetto, su questo non so rispondere. Prendendo Mourinho hai acquistato un marchio internazionale notevole, è uno che fa parlare di sé più di tanti altri e alla Roma l’acquisto di Mourinho poteva servire ed è stato molto importante. Vedendo poi che la Roma sta acquistando giocatori in prestito, senza acquistare grossi campioni allora la tua domanda sul perché hanno preso Mourinho potrebbe avere senso. Però non vorrei andare oltre e mi fermo qui: ho fiducia nella gestione di Mourinho, anche se devono giocare meglio e fare più punti. La società sembra forte, sembra solida e organizzata anche se alla fine non abbiamo mai sentito cosa pensano: quando i proprietari non parlano mai, iniziano a parlare tutti gli altri”.
In una società serve una figura in grado di entrare nello spogliatoio e fare da tramite? “Se fossi presidente avrei due-tre consiglieri con i quali condividere qualsiasi cosa, prendendo, sempre dopo aver sentito il loro parere, decisioni per conto mio. Un allenatore se ha la possibilità di parlare con i suoi collaboratori potrebbe anche arrivare a capire cose che da solo non riesce a vedere, perché una persona non può vedere tutto. Non so come funziona però questo nella Roma. Nella Juventus c’è Nedved e nel Milan c’è Maldini. Con la presenza di un gruppo di persone in grado di parlare tra loro, e che sentono tra loro la fiducia, si possono risolvere problemi. A Roma ad esempio gioca questo ragazzo, Felix, secondo me se gli togli la velocità deve ancora imparare tantissimo. Lui secondo me può entrare nelle situazioni di emergenza, negli ultimi 15-20 minuti, perché con la velocità può ammazzare gli avversari, però dal primo minuto però c’è qualcosa di meglio. Su queste cose bisogna sempre ragionare. Le persone intelligenti, come si dice, sono sempre piene di dubbi. Senza il quarto posto la stagione della Roma può essere salvata solo dalla vittoria della Conference League, perché vincendo la coppa vai in Europa League”.
Vedendo alcuni calciatori, le si domanda come fanno alcuni a calcare un campo professionistico di Serie A? “Quando si vince è facile osannare i giocatori e quando si perde dare la colpa a tanti. Noi abbiamo 3 centrali della difesa… prendiamo Ibanez che se avesse giocato ai nostri tempi sarebbe stato un giocatore fantastico perché ha la qualità di marcare a uomo come facevano calciatori come Brio o Vierchowod. Se ti marca a uomo ti toglie la voglia di giocare a calcio ma a zona abbiamo visto sul secondo gol contro la Juve cosa gli ha fatto Morata con la sua finta. Un difensore non deve andare a terra in quel tipo di azione, questo bisogna insegnarglielo perché lui ha delle qualità, è cattivo come difensore e sta vicino all’avversario. Durante la partita ha fatto un rinvio veloce sbagliando di sette metri… Per questo che serve parlare e deve migliorare tecnica di base perché se avesse la padronanza nel giocare la palla con tranquillità salirebbe di livello. Questo non riguarda solo lui. Abbiamo giocato anche senza qualche giocatore importante, forse serve anche uno in grado di far girare la palla più velocemente. Onestamente però mi aspettavo qualcosa di più perché se sommiamo questa sconfitta a quelle che abbiamo incassato, come Venezia, allora esce un po’ di rabbia”.
Sergio Oliveira: “Ha molta personalità, bravo tecnicamente e sa far girare la palla. Sa giocare a calcio e bene. Un anno fa abbiamo osannato Villar e Darboe e dopo sei mesi sembrano storie finite. Anche Schick arrivó a Roma che aveva solo 21 anni e forse diamo troppo presto un giudizio definitivo sui giovani. Magari andrebbero fatti maturare in modo diverso. Oliveira non è un fuoriclasse ma è tecnicamente molto valido e ha fatto il percorso intero in Portogallo”.
La nazionale della Polonia: “Non sono più il presidente dallo scorso 18 agosto perché in Polonia dopo due tornate non puoi presentarti di nuovo. Non ho niente a che vedere con la Federazione anche se sono stato nominato presidente ad honorem ma è solo una questione di titolo, non ho potere amministrativo perché c’è un’altra dirigenza. Non so cosa sia successo con Paulo Sousa. Mi auguro che possano trovare un ct in grado di portarci al Mondiale. L’Italia? La prima partita sarà abbastanza facile, tutto il contrario l’eventuale secondo match con la vincente di Portogallo-Turchia. La Polonia giocherà prima con la Russia e poi, in caso di vittoria, affronterà la vincente di Svezia-Rep Ceca. Possiamo sperare di batterli, in caso contrario sarebbe giusto non andare al Mondiale”.
Crede nel progetto a tre anni della Roma? “Ci sono progetti che sono mirati a degli sviluppi e poi ci sono progetti della prima squadra legati alla prossima partita. Potrebbe esserci un progetto a lunga scadenza riguardante il tipo di squadra, l’atteggiamento e i giovani però questo forse non lo è perché l’arrivo di Oliveira sta a significare il bisogno di prendere un calciatore esperto. Credo nei progetti societàri di sviluppo a lungo termine ma non credo che ci siano progetti così riguardanti la prima squadra. La prima squadra deve giocare bene anche la partita successiva, se perdi tre partite sei rovinato sempre”.