Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Più che del cambio di allenatore, mi sembra che Soulé stia risentendo del cambio di squadra, in generale. Nel senso che non mi pare che anche con De Rossi avesse avuto un grande impatto, è molto indietro rispetto a quello che io mi sarei aspettato. Io ho sempre benedetto questo acquisto di Soulé, però mi aspettavo che potesse entrare nei meccanismi di gioco un pochino più alla svelta, ma vedo che va spesso in confusione, si incaponisce nell'azione per cercare di dimostrare, no ha un approccio corretto secondo me in questo momento e quindi evidentemente per lui ci vorrà un po' più di tempo. Sulla Roma in generale io mi definisco agnostico in questa fase, nel senso che non sono né speranzoso né preoccupato, aspetto per giudicare il lavoro di Juric dopo una decina di partite, però chiaramente un giudizio lo dobbiamo dare sulla partita specifica. E allora devo dire che nelle 2 precedenti gare avevo visto delle cose che mi erano piaciute, delle cose interessanti. Avevo visto una circolazione rapida del pallone, un gioco in verticale, attaccanti serviti in profondità. Ecco, tutte queste cose non le ho viste nella partita di ieri, che è stata davvero una partitaccia, veramente brutta da parte della Roma e, parliamoci chiaro, la Roma il risultato l'ha riacchiappato semplicemente perché davanti aveva il Venezia, che ha è una squadra come per quelle di Di Francesco, messa bene in campo organizzata, però a livello individuale il Venezia è scarso scarso scarso. Perché nonostante fosse riuscito a fare 7-8 contropiedi, tra l'altro condotti a livello collettivo magistralmente, poi non ha gli uomini in grado di finalizzare con semplicità, se avesse avuto, non dico tanto, un Petagna ieri, il Venezia ne avrebbe fatti 2-3. Poi bisogna ringraziare anche Svilar che, viva Dio, è sempre decisivo, meno male che abbiamo trovato questo portiere, e solo per questo alla fine la Roma è riuscita a ribaltarla, perché aveva di fronte un avversario che, essendo un modesto individualmente, quando è calato come collettivo, non è riuscito più a ripartire e la Roma naturalmente ha preso possesso del territorio. Poi il pareggio è stato pure un po' fortunoso, insomma, diciamo che le cose ieri alla fine sono andate bene, per carità, i punti ce li teniamo, nessuno ci sputa sopra, sei punti, alla grande, per carità. Però io sinceramente dopo la partita di ieri rimango perplesso. Questo non significa che non ho nessuna speranza però, per dare un giudizio alla Roma di Juric serve tempo, è troppo presto. Anche perché, aggiungo un particolare: io ho la sensazione che lui stia ancora cercando il suo 11 titolare; per carità, dietro le gerarchie mi sembra abbastanza chiare in questo momento, ma a centrocampo e in attacco, a parte Dovbyk e Cristante, che bene o male alla fine tutti gli allenatori lo fanno giocare, mi pare che pure lui stia cercando di capire quali sono le scelte da fare. Una volta mette Koné, una volta mette Pisilli, una volta mette Baldanzi. Negli anni passati ho fatto spesso il paragone col Napoli, sia in diretta, sia con amici, tifosi eccetera, ricavandone però sempre l'impressione un po' infastidita. Abbiamo passato anni a dire 'vabbè ma tanto vince solo la Juve, vabbè ma tanto vincono sempre Inter, Milan, Juve', poi alla fine, dai e dai, dopo anni di ottima gestione, perché questa cosa a De Laurentiis gli va riconosciuta, ha vinto lo scudetto. E allora come la mettiamo? Io ricordo che per tanti, tanti anni la Roma è stata comunque il club del centro-sud di gran lunga più importante. Adesso manco più questa palma c'abbiamo e allora gli alibi sono definitivamente crollati. Il Napoli ha toppato clamorosamente la stagione l'anno scorso, però ormai si è messo su un binario di eccellenza e quando si è trattato di rispondere a una stagione fallimentare, si è andato a prendere il tecnico probabilmente numero uno in Italia. È così che si fa. Noi siamo passati da Mourinho a Juric, è un dato di fatto. Poi, per carità, pacche sulle spalle a Juric, lo appoggiamo, guardiamo con molta attenzione e interesse il suo lavoro ma Juric è Juric e Conte è Conte. Sulle gerarchie mi pare che alcune linee di tendenza siano abbastanza chiare rispetto ai nastri di partenza. Pisilli è uno che comunque risponde, adesso mediamente sta rispondendo molto bene e, almeno per quanto mi riguarda, sta giocando più di quanto mi sarei aspettato. Uno che sta scendendo è Soulé, che se non sta attento nemmeno il vice Dybala può fare, deve darsi una svegliata il ragazzo. Su Pellegrini, io ho l'impressione che ci sia un cordone sanitario attorno a lui per farlo giocare, ma se io devo giudicare soltanto le prestazioni, secondo me Pellegrini dovrebbe stare più in panchina che in campo, sta sempre per terra. Mi chiedo fino a quando sarà possibile salvaguardare il ruolo da titolare di Pellegrini? Perché poi c'è un limite a tutto. Koné mi aspettavo che fosse un po' più centrale nel gioco di Juric, non lo so, c'è qualcosa che non mi convince, nel senso che pensavo che diventasse un pilastro insostituibile, perché per caratteristiche mi sembra molto adatto a un tecnico come Juric, mi aspettavo una cosetta in più".