Roma, il sogno d’autunno

La Roma si candida ufficialmente per lo scudetto. Lo fa con autorevolezza, convinzione, dopo il sedicesimo risultato utile consecutivo (escluso il punto perso a tavolino con il Verona) che le consente di restare stabilmente nelle zone alte della classifica. Punti alla mano, la Roma è la squadra migliore d’ottobre. Neppure il Covid e gli infortuni fermano la squadra giallorossa, capace di sbarazzarsi del Parma già nel primo tempo, con tre gol in tredici minuti. Come nell’ultima partita di campionato contro il Genoa, il grande protagonista è stato Mkhitaryan, autore di una doppietta, cinque reti negli ultimi 180 minuti per lui. L’armeno e Pedro, l’altro attaccante voluto fortemente da Fonseca, caratterizzano la Roma, imprimono le loro iniziali sul gioco. In campo si cercano, si trovano a memoria, ma tutti i giocatori danno l’idea di saper cosa fare, oltre ad essere sostenuti da una invidiabile condizione fisica. A cominciare da Villar, per la prima volta titolare all’Olimpico in Serie A, in campo con personalità e intensità. Pedro e Mkhitaryan sono due attaccanti che scavano la differenza: fatte le proporzioni, è quello che accadeva al Barcellona, con Messi e Pedro. Giocatori di talento che saltano l’uomo, creano superiorità numerica, vanno in gol. Lo spagnolo, che ha trasmesso la mentalità vincente alla Roma, ha giocato per otto anni con il Pallone d’Oro, sa come si vince. 

 

Contro il Parma il risultato lo ha sbloccato Borja Mayoral, al primo gol in Serie A, tre gol in quattro partite da titolare. Lo spagnolo si è inserito bene con un taglio e sul filo del fuorigioco ha battuto Sepe. Poi il centravanti ha lasciato la scena a Mkhitaryan, con il Parma rimasto passivamente a guardare, come ha ammesso alla fine Liverani. L’unico tiro in porta degli emiliani è stato quello di Karamoh, nel cuore della ripresa. (…)