Papà Zaniolo e la cura di Mou

In una stessa azione, si è sottoposto a una prova di tenuta che ha chiamato alle armi entrambe le ginocchia. Si è lanciato con la gamba destra, quella operata dopo il primo infortunio contro la Juventus. Una volta controllata la posizione del portiere ha usato la gamba sinistra, traditrice ad Amsterdam lo scorso 7 settembre, e ha vezzeggiato il pallone per piazzarlo con calma nell’angolino indifeso. Nicolò Zaniolo a Frosinone ha ricevuto il green pass tecnico, scannerizzato dai complimenti e dagli abbracci dei compagni ritrovati. E’ presto per stabilire se sia tornato il campione che era. Ma di sicuro ha passato il principale test con se stesso: battere la paura di ricominciare da capo.

 

In questo processo di ricostruzione psicologica tutto ha importanza. La rassicurante carezza del chirurgo austriaco, Christian Fink, che dopo aver cementato il secondo legamento saltato il 22 maggio gli ha comunicato che il viaggio verso la meta sospirata, la guarigione, era terminato. La forza della famiglia, e in particolare di papà Igor che da ex calciatore ha vissuto i traumi da abbandono (delle partite) dovuti ai gravi infortuni e gli ha dato la carica per resistere nei momenti più duri. La cura maniacale dei dettagli, tra dieta e lavoro fisico con il professor Bisciotti che a Pontremoli gli ha aggiunto 4 chili di massa magra sul busto per sopportare meglio gli urti e le sollecitazioni. Ma negli ultimi tempi una spinta decisiva gli è arrivata da José Mourinho, che lo aveva contattato subito dopo essere stato ingaggiato da allenatore e lo ha fatto sentire importante. I due si sono intesi al volo, si sono fidati l’uno dell’altro. E quando Mourinho è andato nello spogliatoio della Triestina per difenderlo dal trattamento ricevuto dal terzino Lopez, Zaniolo ha capito di aver incontrato la persona giusta al posto giusto. (…)