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(15/03/2023) On Air

Zibi Boniek a Te la do io Tokyo: Il tifoso della Roma non è che vuole vincere sempre ma almeno ogni tanto. Il merito di come rende questa rosa è di Mourinho che riesce a tenere i ragazzi sempre gasati, pronti

Zbigniew Boniek, vice presidente della UEFA, è intervenuto in diretta a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda tutti i giorni sui 101.500 di Centro Suono Sport dalle 10 alle 14.
 
Come stai Zibì? “Tutto bene anche se c’è un po’ di nervosismo dopo l’ultima partita. Vincendo contro la Cremonese e il Sassuolo la Roma avrebbe potuto occupare la seconda posizione staccata di tre punti. C’è un  po’ di rabbia”.
 
La rosa della Roma: “Anche se non abbiamo ricambi, anche se manca qualche calciatore però siamo sempre più forti della Cremonese e del Sassuolo. E anche chi sostituisce i calciatori titolari, anche se dobbiamo vedere poi chi è titolare perché la Roma ha 6-7 giocatori che giocano sempre mentre gli altri si alternano un pochino… E penso che il parco dei giocatori della Roma sia forte. Poi non è mai facile vincere. Io ho visto le partite contro la Cremonese e contro il Sassuolo e parliamo di due partite differenti: contro la Cremonese il pullman della Roma non è arrivato allo stadio mentre contro il Sassuolo la squadra c’era, forse c’era troppo nervosismo sia in panchina che in campo. Forse non hanno recuperato energie mentali dopo la partita contro la Real Sociedad e quando vai in campo così succede quello che è successo domenica”. 
 
“Il tifoso della Roma non è che vuole vincere sempre ma almeno ogni tanto come è successo con la Conference League, perché non capita ogni anno di vincere qualcosa in Europa. I rimpianti sono per due cose: la Roma dovrebbe andare in Champions League, sarebbe il giusto premio, pensando poi anche ai vari sold-out che porterebbe con l’ambiente sempre più gasato. Ci sarebbe l’opportunità di arrivare a questo obiettivo perché, tolto il Napoli, le altre squadre non sono in fuga”.
 
Ancora sulla rosa: “Il merito è di Mourinho che riesce a tenere i ragazzi sempre gasati, pronti… Ci sono alcuni giocatori che magari se li vedi da soli ti chiedi ‘chi è questo?’ però magari hanno un buon rendimento perché sono sempre concentrati, sempre richiamato dalla panchina”.
 
In questo campionato calciatori come te o Falçao avrebbero potuto giocare? “Uno come Falçao sarebbe diventato ancora più forte oggi. Non vorrei sembrare presuntuoso ma il calcio di oggi è più facile di quello di una volta. Nelle 150 partite che ho giocato tra Roma e Juventus sono sempre stato marcato a uomo. Il calcio in passato era diverso perché la tattica era diversa, c’erano anche più falli. Negli ultimi 30-40 anni sono cambiate diverse cose come la fisioterapia, il modo di mangiare, i calciatori sono più muscolosi ma è cambiata anche la vita. Vogliamo parlare di Sebino Nela? Noi a sinistra abbiamo dovuto adattare Zalewski, abbiamo dovuto adattare El Shaarawy ma Nela non avrebbe potuto giocare nel calcio di oggi secondo voi? Uno come lui metterebbe paura sulla corsia di sinistra. Oggi le rose sono di 25-28 calciatori, prima c’erano 11 titolari che si conoscevano a memoria. E per riempire quella rosa si comprano anche calciatori che sono scarsi e poi alcuni di questi hanno valutazioni di 25-30 milioni. E queste cifre nel mondo del calcio fanno comodo a tutti perché più sono alte più sono commissioni ma è una cosa normale”.
 
Questo abbassamento del livello del calcio lo vedi anche in Europa? “Non dico che c’è abbassamento del livello, il livello è molto alto solo che ci sono tante partite, divise durante la settimana e c’è bisogno di fare di seguito il turnover. Di conseguenza si abbassa un pochino la qualità del gioco. Comunque penso che anche oggi ci siano giocatori buoni, straordinari e squadre forti. Poi ogni 15 anni cambiano i regolamenti e questi portano anche novità tattiche”.
 
La Roma se gioca con Ibanez, Mancini e Smalling ha tre giocatori in fase difensiva che, se concentrati, sono molto forti, invece mancano un pochino nell’impostazione dell’azione, per creare subito vantaggio numerico partendo da lontano. Ad inizio stagione se avessero chiesto chi è più forte tra il blocco difensivo della Roma e i due centrali del Napoli avremmo risposto Mancini, Smalling e Ibanez. Kim e Rrahmani sono bravi e forti, il Napoli gioca sempre lo stesso calcio mantenendo la palla e spostandosi velocemente, poi hanno Osimhen e Kvara. In questo è stato molto bravo Spalletti. Tornando alla partita di domenica, al rigore fischiato contro la Roma: l’arbitro avrebbe dovuto ammonire Berardi ed espellere Kumbulla ma in quel caso doveva essere anche calcio di punizione per la Roma”.
 
La Roma non ha leader? “Anche come carattere e carisma non ha calciatori in grado di portare avanti la squadra, non so, può darsi sia così non ci ho pensato a questo aspetto. Quando si parla di squadre forti si parla di spina dorsale forte, perché quando hai una spina dorsale forte anche i fianchi lavorano bene e più una squadra è forte e più ha giocatori carismatici, con buon carattere, sicuri di sé”.
 
Majchrzak: “Conosco tutti i ragazzi che sono in Polonia perché noi, come federazione, facevamo sempre ritiri con i ragazzi da 12 anni in su per una sorta di stage, e lui non era quello considerato più forte, anche se era sempre tignoso, capace di giocare uno contro uno, di dare fastidio ai difensori, aveva l’istint killer, gli piaceva segnare. Lui è tagliato per il calcio italiano e potrebbe fare progressi. Ora bisognerà vedere come si comporterà la Roma perché lui è in prestito, vedremo se lo riscatterà o se tornerà al Legia Varsavia. E’ un prospetto di un attaccante molto forte ma bisognerà vedere cosa farà la Roma”.
 
Il problema degli operatori italiani è non aver aderito ad un accordo Fifa per l’ingresso di giocatori e lo spostamento degli stessi da un continente all’altro. La questione delle frontiere e dei vivai: “Io sono del parere che un ragazzo di 15-16 anni è meglio che stia a casa nel suo ambiente con i suoi familiari. Solo verso i 17-18 anni si può fare il trasferimento. Queste sono le mosse che fanno i procuratori e tanti altri perché ci si guadagna. Anche se bravissimo un ragazzo secondo me deve crescere con la famiglia fino a 17-18 anni, poi avrà tutto il tempo di sviluppare la sua carriera. In Polonia, dove c’è un campionato di Serie A molto bello, non c’è il limite per l’utilizzo degli extracomunitari, si potrebbe giocare anche con 20 calciatori argentini e il mercato è totalmente libero. Ogni paese ha i suoi regolamenti. In Italia c’è una gran voglia da parte dei ragazzi di giocare a calcio, giocano tutti ma sono trascurati perché spesso le società vogliono prendere giocatori stranieri. Poi a volte sono subito trattati come grandi stelle e questo è il problema, anche perché il giovane italiano ad un certo punto vuole fare la bella vita, non si vuole spostare, vuole giocare in Italia, ha tanti procuratori intorno a sé
 
Il derby: “Il derby sarà una bella sfida, entrambe le romane giocheranno giovedì e la gestione di due partite in così poco tempo…”.
 

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