Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Io in questo momento, siccome c'è incertezza sull'allenatore, mi sto gustando questa classifica, perché io non m'aspettavo a tre giornate dalla fine di essere ancora perfettamente in corsa per la Champions. Questo non significa necessariamente che la Roma si qualificherà, però il fatto d'essere in gioco e che può succedere di tutto... E poi questa Roma di Ranieri che vince sempre 1 a 0 e diventato un incubo per tutti, per cui questa è una cosa che comunque le giornate ce le rende già abbastanza buone, devo dire, rispetto a come era cominciata questa stagione assolutamente disgraziata. E poi io dico la verità: a questo punto mi pare di intuire che un'eventuale qualificazione in Champions possa aprire le porte pure a un allenatore un pochino più prestigioso. Perché io sono sempre terrorizzato dall'idea che possa arrivare il coniglio dal cilindro, il Farioli, questa gente qua, lo vedo veramente come una prospettiva triste per me. E quindi oggi più che mai faccio il tifo per la qualificazione in Champions, perché probabilmente ci garantirebbe anche un tecnico di livello, perché qua, dopo quello che ha fatto Ranieri in questa stagione, se porti qualcosa in meno di Ranieri, chi lo accetta? Io per primo no. Noi fino a qualche settimana fa questo fattore non lo prendevamo in considerazione perché, sì, c'era la speranza, il sogno di andare in Champions, ma nessuno era veramente convinto di andarci. Adesso che sei lì, è chiaro che diventa un fattore. Parliamoci chiaro: un allenatore top, per venire in una Roma che non va in Champions, che magari le prime due sessioni di mercato non ha molto da spendere, eccetera, deve fare un atto di fede, parliamo chiaro. Se hai la Champions cambia un po' le cose, sia in termini di prestigio, sia in termini di avere quei 50/60 milioni minimo in più a disposizione, che poi qualche acquisto te lo possono portare. Quindi la differenza la deve fare per forza, è chiaro. Se i miei colleghi francesi mi hanno chiesto di Koné? Sì, se ne è parlato, ma insomma loro hanno una discreta stima del giocatore. Del resto insomma in Nazionale fa bene, tenendo presente che adesso non è che siano tutti pazzi di Koné, nel senso che ce ne hanno talmente tanti... Però lo tengono in considerazione perché, non solo è uno che è nel giro della Nazionale, ma anche che partita dopo partita, non dico che si è guadagnato un ruolo da titolare fisso, questo no, perché sono talmente tante le alternative, però è uno che gioca spesso e volentieri e gioca abbastanza bene, se non addirittura bene o molto bene. Lui è uno di quelli che ieri sera nella partita epica Inter-Barcellona ci poteva stare. Insomma è uno dei patrimoni della Roma. Certo, noi non è che diamo tantissimo tempo al giocatori per esprimersi, io per primo, ma Koné è cresciuto, questo mi sembra un po' sotto gli occhi di tutti, così come è cresciuto Soulé".