Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Tutti i discorsi sul calendario in questo momento sono abbastanza astratti, perché il calendario può avere un impatto a seconda del tipo di squadra che hai. Noi non abbiamo idea di quale Roma andrà ad affrontare determinate partite. Però due elementi mi sembrano abbastanza chiari: l'inizio, al netto di questo scontro con la Juventus, mi sembra complessivamente abbastanza soft, anche se questa è sempre un'arma a doppio taglio, perché se tu l'inizio soft non lo traduci in tanti punti poi la stagione ti si impicca subito; la cosa che mi colpisce di più è il finale terrificante, lì poi bisogna vedere la Roma in che posizione di classifica starà, se sarà in corsa per qualche cosa oppure no. Certo, finire la stagione con quel fuoco di fila di scontri diretti - che poi noi speriamo che siano scontri diretti, perché può essere anche che siano squadre che ti stanno davanti in classifica - in quel modo terrificante, non credo che sia il massimo. È una cosa da far tremare i polsi se hai una grande rosa, se la rosa non è grande, si salvi chi può. Poi comunque il calendario può avere un determinato impatto, ma poi dipende dalle condizioni del momento. Tu puoi avere un calendario favorevole, se però arrivi in quella fase del campionato che non stai bene, i giocatori ancora non si sono inseriti, la campagna acquisti ancora non è finita, va a finire che toppi delle partite che in teoria dovrebbero essere facili. Non è che alla Roma non sia mai capitato. Io già prima non ero per il calendario asimmetrico, preferivo il girone di ritorno che coincide con quello d'andata. Questo modo in cui si stanno sviluppando i calendari negli ultimi anni non mi convince. Questi si inventano ogni anno un cambiamento per avere un po' più di interesse, per procurare qualche ascolto in più alle pay-TV ecc., ma non vanno a incidere sull'unico aspetto che andrebbe affrontato e cioè il fatto di ridurre il numero di squadre, per aumentare la competitività e l'interesse per le singole partite, altro che calendari. Se tu fai troppe partite, con squadre che al girone d'andata sono già mezze retrocesse, l'interesse non lo generi mai. Questi sono tutti mezzucci che non portano a niente di sostanziale. Su Le Fée devono mettersi d'accordo sulla cifra, il giocatore verrebbe anche a piedi, la Roma lo vuole, il Rennes non vede l'ora di liberarsene, si metteranno d'accordo sui 17-18 milioni. Prepariamoci ad articoli che ci descriveranno Le Fée manco fosse Gundogan. Nessuno ha mai detto o pensato che Le Fée sia una pippa, si dice semplicemente che è un giocatore di categoria. Per cui in una rosa come quella della Roma sicuramente ci può stare, ma magari uno lo vede più in panchina che a fare il titolare. D'altra parte, se fosse un giocatore di livello assoluto starebbe giocando l'Europeo con la maglia della nazionale francese in questo momento e invece non sta neanche nel giro. Anche in Serie A ci sono giocatori buoni ma non abbastanza da andare in Nazionale, perché nel calcio ci sono le categorie. Le Fée è un giocatore di categoria, una terza scelta del calcio francese. Su Sorloth, nell'ultimo campionato ha fatto 23 gol, 26 complessivi, una grande stagione; peccato però che un giocatore come lui, che è ormai conclamato, che ha già una carriera piuttosto lunga alle spalle, è arrivato a queste cifre due volte in carriera: col Trabzonspor e l'anno scorso col Villarreal, per il resto ha segnato pochissimo. Morata sta su un altro pianeta rispetto a Sorloth".