Andrea Stramaccioni, opinionista di Dazn e Rai, è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
Cosa pensi di questo trio Gasperini-Massara-Ranieri?
"Massara, Gasperini e Ranieri sono tre persone che conosco bene, per percorsi diversi. Il primo di questi tre che ho conosciuto è Gasperini, perché ho lavorato con lui a Crotone, quando lui era appena uscito dalla Primavera della Juventus, io ero poco più che ragazzino, avevo 24 anni. Il Crotone all'epoca aveva una collaborazione con la Juventus grazie a Franco Ceravolo, era il periodo in cui la Juventus aveva diverse società di Lega Pro e Serie B con cui collaborava strettamente, e lui, da allenatore diciamo rampante della Primavera, c'era un progetto e quindi fu mandato lì. Poi con Beppe Ursino e Franco Ceravolo lo presero lì alla guida del Crotone, che lui ha rivoluzionato, ha fatto grandi cose, tra l'altro aveva anche come calciatore Juric. Poi io ho lavorato col mister, facevo le relazioni delle partite per lui e quindi so benissimo come ragiona. E poi successivamente l'ho ritrovato lì alla prima squadra dell'Inter, dove io allenavo la Primavera. Poi paradossalmente lì lui fu sostituito da Ranieri. Ranieri appunto lo conosco dai tempi della Roma. E poi Massara ee una garanzia come persona, come modo di comportarsi, come conoscenza calcistica. È stato a lungo uno straordinario numero due e adesso però naviga da numero uno. Diciamo che dopo qualche scelta magari non fortunatissima, perché poi nel calcio sbagliano tutti, secondo me questo triumvirato è buono per la piazza di Roma, anche perché Massara e Ranieri conosco bene Roma. Una scelta migliore di questa era difficile da fare con ciò che era a disposizione".
Chi sono i giocatori della Roma che vedi meglio con Gasperini e i suoi metodi di allenamento?
"Questa è stata una delle prime riflessioni che il mister e che la Roma hanno fatto cioè quanti giocatori possono essere adatti a un allenatore così e soprattutto quanti a lui ne vanno bene. Perché il tema grande di Gasperini è anche che lui ha un modo di allenarsi che non è congeniale per qualsiasi atleta. Questa è la verità. Tanto è vero che in quella famosa stagione in cui lui subentrò nell'Inter del Triplete c'erano tanti giocatori campioni, che poi ho avuto anch'io la fortuna di allenare perché li ho presi nella stessa stagione, che non erano in grado di sopportare quei carichi, ma per tanti motivi, perché avevano 34-35 anni, c'era chi aveva problemi al ginocchio. C'era Samuel che mi ricordo che saltava la mattina e gli piegavano il ginocchio i fisioterapisti. Servono giocatori alla Gasperini, perché lui ha un modo di allenare e interpretare la gara particolare. Lui poi crede in un discorso di uno contro uno, grande aggressività e intensità, e ci sono giocatori a cui magari non va di correre appresso a un altro".
Hai parlato con Gasperini?
"Sì, ci ho parlato, lui è molto carico. Anche perché lui comunque l'ha scelta profondamente la Roma, l'ha scelta anche a dispetto di piazze che sulla carta, soprattutto per uno che c'è stato, perché il mister viene dalla Juventus, è stato all'Inter dove poi purtroppo per lui è andata male, quindi poteva anche avere una sorta di voglia di rivalsa. Invece lui ha scelto fortemente la Roma e il progetto che c'è a Roma. È normale che ci sia una base che gli va bene. Il mister all'epoca era stato chiamato dall'Inter e come fai a dire di no, ma era ovvio che non era una squadra adatta alle sue qualità. I giocatori allenati da lui prendono una forma particolare, parlando dell'atteggiamento. Vi faccio un esempio: Lookman, quando è venuto qui per Roma-Leicester, è uscito a fine primo tempo dopo che non aveva preso mai la palla. Lui certi giocatori, in determinate posizioni, te li trasforma. Lo stesso vale per De Ketelaere, che aveva fallito al Milan. Perché sono incastonati in un progetto. Pure Ederson alla Salernitana era un buon prospetto, ma adesso è uno dei centrocampisti più forti d'Europa. È ovvio che siano giocatori forti, non è che lui abbia la bacchetta magica, ma ti mette nelle condizioni di limitare i difetti, perché Lookman faceva l'ala sinistra o destra a cui non piaceva rientrare e con lui invece fa il trequartista o seconda punta nella sua zolletta da mezzo sinistro. Questo ha fatto 30 gol in due anni, miglior giocatore della Coppa d'Africa, ha vinto l'Europa League da solo contro il Bayer Leverkusen. E vi dirò: mi piace il fatto che non sento nomi sparati come succede di solito a Roma. Gasperini va mirato sui nomi che piacciono a lui, sennò non li prende".
I nomi per ora sono solo quelli fatti uscire dai giornalisti
"In questo momento si parla soprattutto delle uscite che la Roma deve fare per motivi plusvalenze per il Fair Play Finanziario, però sono giocatori che quando sento il loro nome, penso "non è da Gasp".
Tra Dovbyk e Abraham chi potrebbe essere più adatto a Gasperini?
"Secondo me più Dovbyk. Penso che lui comunque un centravanti lo voglia. Una premessa: una delle cose in cui lui è più cambiato e migliorato negli anni è la gestione della partita. Lui di solito gioca con tre livelli di offensività: un centrocampista in più e due punte, un centrocampista offensivo e due punte oppure con tre punte. La cosa in cui è cambiato è che ha cominciato a volere tanti cambi in quelle posizioni. Retegui ha una media gol spaventosa, ma perché? Ovviamente perché ha fatto tanti gol, perché con Gasperini gli attaccanti segnano molto, ma anche perché lui cambia molto lì davanti. È difficile che un suo tridente offensivo finisca la partita. Lo dico perché secondo me lui Dovbyk o da protagonista o da cambio se lo vuole tenere. Poi lui ha un debole per i mancini, perché gli piace che il giocatore che spesso occupa la parte di centrodestra possa giocare col piede dentro quello che lui chiama imbuto, questa palla dentro, nel senso che la palla arriva e tu di prima giochi. Quindi sul discorso dei mancini lui ha Dybala, Soulé".
Quando ha parlato di Soulé ha detto che uno nel suo ruolo deve fare gol, prendere rigori, tirare punizioni...
"È giusto così. Un'altra dote di Gasperini è che se tu vali 6,5, con lui vali 7. Infatti, al rovescio, occhio quando andiamo a comprare i giocatori allenati da Gasperini, perché alcuni te potrebbero ingannare, perché all'interno di un'orchestra, nel calcio, poi fanno tutti più bella figura".
Stramaccioni ha raccontato un aneddoto
"Io ero in Qatar e come sapete l'emiro del Qatar è il presidente del Paris Saint-Germain. Il Paris Saint-Germain in Champions League incontrò l'Atalanta e lì da quelle parti a quei tempi, 3-4 anni fa, non sapevano neanche chi era l'Atalanta, e gli hanno dato una Rumba che non finiva più, l'Atalanta era in vantaggio, poi recupero il PSG all'ultimo secondo. Io ero col presidente della mia squadra, che disse al suo collaboratore "io non ne conosco uno". Questo per dire che quest'uomo ha portato comunque un club con un'identità e ovviamente lavorando 9 anni, che è diventato un modello riconosciuto, anche nel modo di fare. Per questo io penso che sia la migliore scelta possibile".
El Shaarawy, che è qui da tanti anni, è un giocatore tecnico e che ha gol nei piedi, eppure gli allenatori non lo fanno mai giocare in modo regolare. È per la mancata continuità?
"Secondo me sì, anche se comunque io non dimentico che ha avuto dei momenti in cui è stato importante, è stato in Nazionale un giocatore importante. Sicuramente siamo in una fase finale della sua carriera. Però io nella mia testa, nella mia squadra ideale è un fantastico 12° uomo. Sicuramente non è il classico giocatore che ad agosto leggi nell'undici. Poi con Mourinho è cresciuto, ha lavorato da quinto e può essere un'alternativa, anche se il mister lì vuole i mancini quindi lui farà fatica, ma lavorare in fase difensiva lo ha fatto crescere e penso sia sempre un giocatore importante".
Cosa pensi di Lucumì, cercato da Roma e Napoli? E poi chi potrebbe essere un centrocampista con le caratteristiche di Ederson per la Roma?
"Lucumì è un giocatore importante, perché è un giocatore che ha una leadership positiva straordinaria. Nella Colombia è diventato un leader e la Colombia è una nazionale tosta e con grandi pressioni, ha 26 anni, e poi ha questa caratteristica per cui noi allenatori andiamo matti, cioè che è mancino, gli piace spingere palla, può fare il sinistro sia a quattro che a tre e poi c'è il discorso che comunque in questa Roma probabilmente uscendo Hummels, potresti avere la doppia alternativa con lui e Ndicka che possono giocare al centro e a sinistra. Io credo che lui costruirà un pacchetto di 5 difensori, ne sono certo. E poi Lucumì è uno che morde le caviglie, gli piace uscire forte sull'uomo. Anzi, se devo trovargli un piccolo difetto è che a quattro certe volte è un po' troppo attirato dal sangue, che quando esce dalla linea te la lascia un po' scoperta. Infatti si è abbinato bene con Beukema, perché è un po' più ragionatore. L'altra domanda è molto molto difficile, perché quei giocatori chi ce li ha se li tiene. A me piacciono ovviamente giocatori che non si possono toccare, mi piace tantissimo Khephren Thuram della Juventus, mi piace Ederson. Perché poi lui lo vuole con la capacità di girare il pallone, ma neanche tanto, perché non è che lui cerca un vero playmaker, ma la cosa più importante è la gamba. Il segreto dell'Atalanta sono stati De Roon ed Ederson".
Cosa pensi di McTominay?
"Hanno preso una grande occasione, perché il Manchester è nella fase che comprava 127 giocatori forti e poi non li assembla. C'è stato un periodo che lui ha fatto il centravanti, il nove, non in emergenza, per dire anche un po' la confusione che c'è stata. È stato molto bravo Antonio, che ha lavorato in Inghilterra e aveva le giuste conoscenze ed entrature, che ha preso un giocatore in un momento in cui stava un po' ai margini del progetto. È un giocatore che ha tutto. Leggevo che il Napoli è vicino a Darwin Nunez, che sarebbe un altro colpo straordinario".
Il Napoli rischia di aprire un ciclo...
"Sta alzando l'asticella, è su dei nomi importanti. Ad esempio l'Inter ha speso quasi 40 milioni, una preso Sucic, giocatore molto interessante ma comunque un giovane, e ha preso Luis Henrique, 23 anni, brasiliano. Sono nomi che migliorano la rosa ma non ti danno la stessa impressione di De Bruyne, Darwin Nunez, McTominay".
Quanto rischia di faticare Dovbyk con Gasperini?
"Di tutti gli interrogativi che ho sul Gadp questo è quello che mi chiedo anche io. Se il mister riesce a incastonato in qualcosa che funziona, lui ha dimostrato cosa può fare in quel tipo di squadra. Dovbyk è un giocatore che finalizza il lavoro degli altri. Se noi gli chiediamo di cantare e portare la croce, non conosciamo il giocatore. Se il mister riesce a costruire un'orchestra che funziona, coi due dietro, i quinti che vanno al cross, lui i gol li fa, come li ha fatti in una stagione non positiva. E dico non positiva per la stima che ho di lui. Secondo me può fare molto di più e lo sa anche lui".