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Dal 22 Gennaio Te la do io Tokyo sui 92.700 di Tele Radio Stereo
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(02/10/2024) On Air

Zibi Boniek a Te la do io Tokyo: Folle il licenziamento di De Rossi. Zalewski ama la Roma, Pellegrini deve dare di più

Zbigniew Boniek, vice presidente della UEFA, è intervenuto in diretta a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda tutti i giorni dalle 10 alle 14 sui 92.7 di Tele Radio Stereo.

Su Mourinho. 
"Anche a me era piaciuto quando era arrivato e tutto quanto. Il problema di Mourinho erano anche i rapporti con la gente a Trigoria, i dipendenti, tutti quanti, sembra che ci fossero delle difficoltà. Poi alla fine neanche la squadra andava tanto bene. Mourinho è uno con cui devi avere progetti a lunga scadenza". 
 
Su De Rossi cosa ha pensato?
"Mi sembrava una cosa folle il licenziamento di De Rossi, anche perché se tu hai un ragazzo giovane, che è un simbolo della Roma, che fa parte della storia di questa società e gli chiedi di aiutarti nel momento in cui hai deciso di cacciare Mourinho, poi quello che è accaduto è difficile da spiegare. Tu gli fai un contratto di 3 anni per mandarlo via dopo 4 partite... È una cosa inspiegabile". 
 
Avrebbero potuto concedere a De Rossi un altro paio di partite.
"Penso che con Udinese e Venezia avrebbe potuto vincere anche lui, si sa che la vita degli allenatori è fatta di alti e bassi, ma in teoria lui è stato cacciato dopo due partite giocate alla grande, perché contro la Juve ha giocato una partita eccellente, veramente buona, una partita in cui poteva anche fare qualcosa di più. E poi con il Genoa nel primo tempo potevi stare 3-0, ma non hanno fatto gol in situazioni clamorose. Poi al 96' c'è una follia di Pellegrini e ti prendi un gol in cui lui perde la palla in un modo non da grosso campione, diciamo così, poi tra i due difensori della Roma si inserisce il difensore del Genoa e fa il gol del pareggio... Dev'essere successo qualcosa, altrimenti è inspiegabile. Ora è venuto questo signore (Juric, ndr) e vedremo cosa combinerà lui". 
 
La Roma è passata in poco tempo da Mourinho a Juric.
"Diciamo che da Mourinho a Juric il confronto non regge, però non vorrei essere offensivo nei confronti di Juric, perché mi è sempre piaciuto dove allenava, le sue squadre correvano e giocavano in maniera molto aggressiva, e si è visto anche in queste due partite della Roma che un po' di questa aggressività è venuta fuori".
 
Il primo tempo contro il Venezia però è stato terribile. 
"Nel primo tempo hanno giocato troppo tranquilli. Poi nel secondo tempo, quando è venuta l'ansia, il timore di non vincere, hanno cominciato a correre e aggredire di più, e alla fine sono riusciti a fare 2 gol. Alla fine della partita col Venezia l'unica cosa che prendo è il risultato. E il gol di Pisilli. Nient'altro". 

Ghisolfi ha parlato di obiettivo Champions League. La Roma può arrivarci?
"Io me lo auguro, anche perché c'è la possibilità che ci vada anche la quinta o addirittura la sesta, se si verificano certe cose, e penso che la Roma tra le prime 5-6 ci dovrebbe arrivare. Ghisolfi dice così, ma bisogna anche fare le scelte giuste, perché noi abbiamo cominciato il mercato spendendo più di 50 milioni per due giocatori che non fanno la differenza nella Roma, sarà difficile che Le Fée e Soulé facciano la differenza. Si poteva fare un po' meglio. Però sì, anche io penso che si debba andare in Champions". 
 
Cosa pensa di Pisilli?
"Pisilli mi piace, come mi piacciono i ragazzi giovani in generale. Ma noi non diamo mai tempo ai giovani di crescere. Un anno e mezzo fa tutti parlavano di Bove, aveva fatto anche qualche gol importante e poi l'abbiamo bruciato, la Roma brucia presto. Pisilli ha gamba, tempismo, si inserisce bene. La Roma ha comprato Le Fée, che spero che possa tornare in campo e dimostrare il suo valore, ma tra lui, Bove e Pisilli non vedo grande differenza, anzi i due ragazzi cresciuti nella Roma possono avere qualcosa in più. Pur non essendo altissimo, già prima del gol aveva fatto un paio di colpi di testa che non sono usciti di tanto. Questo significa che hai la capoccia, che riesci a metterti bene, come faceva Pruzzo, che non era 1,90 m, ma di testa la prendeva sempre lui". 
 
La situazione di Zalewski?
"Se facciamo un esame del DNA ai giocatori della Roma, Zalewski è il più romanista. Lui ama la Roma, ve lo posso garantire perché lo conosco. Ama questa squadra e vuole giocare qui e non vuole andare da nessun'altra parte. Però non è che uno gli può dire 5-6 giorni prima "tu devi andare via". Lui, come gli altri giocatori, ha i suoi manager che possono pretendere di discutere con la società le modalità e le condizioni del rinnovo. Secondo me lui vorrebbe restare e rinnovare, lui sta benissimo a Roma. Questa è una storia assurda, forse qua qualcuno ha sbagliato. Spero che lui possa inserirsi nella squadra il prima possibile perché quello della Polonia e quello visto con la Roma sono due giocatori diversi e per me con Juric avrebbe tantissimo spazio perché a Juric servono i laterali larghi che corrono, che hanno la gamba e lui questo ce l'ha. Speriamo ch riesca a farlo vedere, perché io gliel'ho anche detto che finora non è che abbia fatto vedere cose grandissime. È arrivato il momento di farle vedere. Sono contento che lo vogliano reinserire. Se Mbappé e De Bruyne possono giocare fino all scadenza del contratto, può farlo anche lui". 
 
In un'intervista di qualche settimana fa, aveva detto che il fatto di aver messo fuori rosa Zalewski la faceva pensare male. In che senso?
"Beh, perché come puoi mettere fuori rosa qualcuno, per quale motivo? Così, all'improvviso. Dici a uno "ti scade il contratto fra pochi mesi, o vai al Galatasaray o ti mettiamo fuori rosa", secondo me non è il modo di trattare un giocatore, sono cose che bisogna preparare e fare prima. Lui non ha fatto niente nel suo comportamento, nel suo modo di essere e di allenarsi, per far scaturire una decisione del genere. Tant'è che dopo qualche giorno, quando ci sono stati dei cambi in società, Lina se n'è andata ecc., lui è stato reinserito". 
 
Sa qualcosa sull'addio della Souloukou?
"Lei era CEO, per cui si doveva occupare di tutto, di tutto meno che di calcio, perché in una società di calcio il CEO si deve occupare di tutto e ha anche a disposizione il responsabile dell'area sportiva, il direttore sportivo. Invece lei voleva far tutto, si prendeva anche l'incarico di trattare i prezzi dei giocatori. E poi non c'è stata una buona valutazione di cosa poteva succedere licenziando De Rossi. Lei poi era in scadenza ad aprile, può anche essere che dietro le quinte ci sia qualcosa e possa andare a fare il CEO da qualche altra parte. Lei è bravissima a gestire la società, ma ha fatto degli errori perché ha voluto gestire anche la parte sportiva. E pur volendo fare le cose giuste non ha calcolato che questa è la società della città più bella del mondo, che c'è il romanismo che conta abbastanza. Una società di calcio è abbastanza diversa qualsiasi altra società". 
 
Zalewski, più che le prestazioni, paga il fatto di parlare con persone che poi riferiscono ad altri...
"Su certi aspetti deve maturare". 
 
Cosa c'è dentro ai fischi a Pellegrini? Lui ha il carattere per trasformarli in applausi?
"Pellegrini è il capitano della Roma. Da lui la gente si aspetta di più, un comportamento diverso, un modo di giocare diverso. Se io potessi parlare con lui, gli direi: tu sei capitano, non puoi andare per terra ogni volta che ti tocca qualcuno, fai finta di essere morto, poi ti alzi dopo 10 secondi. Non puoi battere solo i calci di punizione e i corner. Non l'ho mai visto fare quei 50 metri dietro l'avversario a piena velocità. La gente da te si aspetta di più perché sanno che hai qualità e devi farla vedere. Se uno è capitano vuol dire che ha in mano la situazione, che ha carisma, ha tutto. Forse per questo la gente rimane un po' delusa, anche io ogni tanto rimango deluso dal suo gioco, dal suo modo di comportarsi. A Genova all'ultimo minuto gli hanno fatto un falletto ed è rimasto per terra 2 minuti... Lì devi alzarti e stringere i denti, mancano 10 secondi alla fine, non devi far vedere che ti fa male. Anche perché poi quando sono arrivati i medici, dopo un secondo era pronto per giocare. Ci si aspetta qualcosa in più, perché ogni tanto ci da vedere la qualità, con questo tiro a giro, fa delle cose grandiose. Lui deve rendersi conto che deve andare oltre e fare qualcosa in più. Ai miei tempi si facevano dei falli durissimi e non c'era l'intervento dei medici ogni volta. Ora ci sono questi giocatori fisicati, palestrati, pieni di tatuaggi e poi appena uno alza un po' il gomito quando salta di testa e vanno subito per terra, ma non si vergognano? Alla gente che vede la partita non piacciono questi atteggiamenti, bisogna essere duri. Quando giocavo, ai compagni più giovani dicevo di far vedere agli avversari se gli avevano fatto male e di rialzarsi. E poi restano per terra solo quelli che perdono". 
 
Si legge spesso che lei potrebbe entare nella Roma come dirigente.
"Da una parte mi fa molto piacere, perché ho sempre detto che vestire ancora la divisa della Roma mi sarebbe veramente piaciuto. Dall'altra parte, ogni volta se ne parla e poi sembra sempre che sia stato trombato. Mi sarebbe piaciuto occuparmi di gestire l'area sportiva della Roma, ma non ho mai parlato con nessuno. Finché non mi chiama qualcuno, è solo una speculazione".

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