Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Dalla cacciata di Mourinho io le partite le ho sempre seguite con una sorta di rassegnazione, stavo muto lì, guardavo, registravo, però con atteggiamento un po' passivo. Ieri sera io ho ricominciato a vedere le partite della Roma urlando, esultando, maledicendo la sfiga, perché ce n'è stata pure tanta ieri, e questo secondo me è un segnale abbastanza interessante e appunto avendo sentito che è capitato a molti, questa cosa mi fa piacere di condividerla con gli altri. Questo sul piano emozionale. Sul piano della partita, posto che vai a giocare a Londra con il Tottenham ed è normale che in certe fasi della partita tu possa soffrire e infatti è successo, però si sono viste tante cose buone, da ogni punto di vista, dal punto di vista del carattere, perché la squadra è andata sotto all'inizio, ha saputo reagire, ha pareggiato. Diciamo che avrebbe meritato pure di passare in vantaggio, se non ci fosse stato quel fuorigioco millimetrico. Poi è andata sotto un'altra volta, ha provato il pareggio fino all'ultimo minuto. Cioè questi sono segnali di squadra viva e questo già è un altro segnale importante. Poi anche dal punto di vista tecnico-tattico si sono viste delle cose interessanti, perché io ho visto da Roma con un baricentro molto più alto di quello che mi aspettassi sinceramente, l'ho vista pressare alta, da questo punto di vista devo dire che uno come Koné il campo non lo deve lasciare più, perché è un giocatore fondamentale. Poi ho visto anche a livello tattico delle cose interessanti, tanti cambi di gioco che hanno messo in difficoltà il Tottenham in tante situazioni. Quindi non è che dice hai affidato la panchina all'esperto, il minestraro, no: Ranieri sta portando anche delle idee tattiche. Ieri la Roma ha preso due gol e poteva prenderne altri, però ne ha fatti due e tre glieli hanno annullati per fuorigioco, due veramente millimetrici, una traversa, due occasioni clamorose, quella di Koné e la parata su Mancini che è stata assurda, la Roma ha creato tanto. In precedenza per creare tutta questa roba alla Roma servivano tre o quattro partite e stavolta l'ha create tutte in una volta e sono segnali interessanti. È chiaro che una rondine non fa primavera, siamo rimasti scottati talmente tante volte che noi, prima di emettere dei giudizi un po' più precisi, ovviamente aspettiamo altre partite, vediamo come reagisce con l'Atalanta, poi nelle partite che vanno vinte a tutti i costi eccetera eccetera. Io però confido in un fattore: stavolta i giocatori non possono permettersi di darla calda all'allenatore per due o tre partite e poi ricominciare a fare quello che facevano prima, perché Ranieri ha un ruolo diverso rispetto a tutti i predecessori. Ranieri, se vuole, può decretare la fine dell'esperienza romanista di chiunque in questo momento e secondo me questa è una cosa che che cambia un po' le carte in tavola. Se Pellegrini e Cristante giocheranno? Il discorso è molto simile, anche se per Pellegrini è più delicato perché è il capitano. Per me in questo momento stanno bene dove stanno e quindi anche con l'Atalanta continuerei su questa linea. Io faccio un discorso molto semplice: in questo momento Pellegrini è uno che alla Roma non può dare niente o poco più di 0, quindi si accomodasse in panchina, tranquillo, per una serie di partite, si ritrovasse a livello atletico, psicologico eccetera. Poi, quando è pronto andrà in campo un'altra volta. Per Cristante la cosa è leggermente diversa nel senso che con lui è soprattutto un discorso tecnico-tattico, non c'è tanto il risvolto psicologico che su Pellegrini pesa di più. Lì si può fare qualche ragionamento già più di natura tattica, Ranieri potrebbe decidere che magari Cristante, anche a partita in corso, potrebbe pure dare qualcosa a questa squadra, questo non lo so, non lo posso escludere, però in partenza secondo me devono stare fuori, perché la Roma senza di loro ha dimostrato un altro piglio, un altro passo senza di loro, poi arriverà il tempo di impiegarli, non è un problema, non è una cosa di lesa maestà. La Roma aveva un baricentro molto alto, io a un certo punto sono rimasto a bocca aperta".