Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Gasperini? Non so se sia il favorito numero uno, ma come possibilità ci credo, ci ho sempre creduto anche prima. Certo, quando Ranieri l'aveva escluso pubblicamente ci avevo messo un po' una pietra sopra, però quando le voci ricominciano a girare, si rincorrono, è sempre perché qualcosina di vero c'è, magari non contatti diretti ma abboccamenti di qualche tipo. Secondo me è una possibilità che ci crea qualche speranza ma pure qualche problematica. Tra l'altro l'arrivo di Gasperini renderebbe ancor più necessaria la presenza a Trigoria di Ranieri, perché una decina di giorni fa Gasperini quasi si azzuffava con un giornalista, sono venuti quasi alle mani. Lui non è uno molto calmo e tranquillo nella gestione di certe situazioni e a Roma devi esserlo, altrimenti diventi scemo dopo due mesi. Questi non fanno trapelare nulla, per cui qualunque ipotesi ti venga in mente, qualche motivo per sostenerla c'è, perché se la società non dice nulla ogni ipotesi è lecita. Loro non ti danno nemmeno degli appigli per fare dei ragionamenti, per cui dobbiamo basarci su certe voci che nascono e si producono tra procuratori che sono in contatto con alcuni giornalisti che magari le riportano. Quindi Gasperini è una possibilità, ma io ho sempre paura della soluzione a sorpresa a cui nessuno aveva pensato, tipo l'allenatore che arriva da un campionato straniero. Ieri ho sentito di Maresca e io ho paura che possa finire anche così. Per cui mi viene da dire che, se devono inventarsi una soluzione così, è meglio lavorare con uno come Gasperini che conosciamo molto meglio. Però siamo nelle loro mani, sono 6 mesi che andiamo avanti così. Gasperini, se potesse scegliere, resterebbe nelle sue lande nordiche, per cui se arrivasse un'offerta irrinunciabile dall'Atalanta ma soprattutto se si aprisse una possibilità nella Juve, lui rimarrebbe da quelle parti. Maresca è uno di quegli italiani trapiantati all'estero, sta in Inghilterra, che per un professionista è l'ideale, perché è vero che ci sono grandi pressioni, però rispetto a Roma, dove non se ne può più di non vincere, stai al Chelsea ed è quasi una passeggiata di salute, perché lì qualche trofeo anche per sbaglio prima o poi arriva, i soldi sono tanti, il contesto è piacevole... Serve veramente una grande ambizione per venire qua, non è solo una questione di soldi".