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(15/05/2025) On Air

Claudio Rosi a Te la do io Tokyo: Il bosco a Pietralata non c'è. Sarei meravigliato se il progetto stadio non andasse avanti

Claudio Rosi, architetto pianificatore e paesaggista, è intervenuto è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.

Qual è la sua posizione sullo stadio della Roma a Pietralata?
"Sono tifoso e tengo tanto alla Roma, ma tengo di più alla città. Quella è un'area edificabile già nel Piano Regolatore del 65. Nella revisione del Piano Regolatore, noi facemmo un'operazione di grande rigore ambientale ed era tutta un'area destinata al Sistema Direzionale Orientale (SDO). Lo dico in altre parole: il Piano del 65 aveva previsto che ci fosse una delocalizzazione delle sedi, delle grandi infrastrutture di servizi direzionali della città nella zona compresa fra Pietralata e Centocelle. Nella revisione del Piano Regolatore noi facemmo un'operazione di bonifica delle quantità abitative, pensate che nel piano del 65 la città era prevista per arrivare a 5 milioni di abitanti, noi un 40 anni dopo ci trovammo che eravamo un milione e 850mila e lo siamo ancora. La città in termini di numero di residenti non è cresciuta, è cresciuta in termini di, come si può dire, user City, cioè di coloro che utilizzano la città ai turistici, istituzionali o di lavoro. Questo ci indusse a tagliare drasticamente le possibilità di crescita  e tagliammo tutta l'edificabilità prevista in buona parte del Sistema Direzionale Orientale, in particolare l'area di Centocelle, dove oggi c'è il Parco di Centocelle, che è più di 80 ettari, cioè più grande di Villa Borghese. È un grande parco contornato da quartieri molto popolosi. La parte di Pietralata fu mantenuta a vocazione di direzionalità e di funzioni impellenti, pensate al Policlinico Pertini, pensate a un sistema di mobilità che la sostiene, che è sia su ferrovia, cioè la stazione ferroviaria di Tiburtina che sta via via acquisendo funzioni di mobilità nazionale e internazionale, sostenuto dalla A24, cioè l'autostrada dei parchi, che è un'autostrada che sostanzialmente arriva in prossimità dell'area e collegato direttamente attraverso via dei Monti Tiburtini alla via Olimpica. Quindi un ottimo collegamento sia di mobilità s ferro, sia di mobilità su gomma e peraltro con due fermate della metropolitana della Linea B". 
 
Se in quell'area erano previsti un tot di servizi, metri cubi di cemento e di vivibilità per un aumento del numero di abitanti che poi non c'è stato, allora oggi ci starebbe quasi largo, oppure ho capito male?
"No, non ha capito male. Voglio solamente dire che non è che oggi scopriamo che quella è un'area edificabile. Quell'area dal 65 mantiene quella vocazione, con una lunghissima discussione avvenuta nei dieci anni che hanno determinato l'approvazione del nuovo Piano Regolatore di Roma, dove le giunte, prima di Rutelli e poi di Veltroni, hanno definito che quella potesse rimanere con quelle funzioni eccellenti. Basta andare a vedere in quell'area". 
 
Quali sarebbero le criticità? 
"Intanto quella è un'area che non è ancora risolta, compatibilmente con le previsioni di Piano vanno insediate funzioni primaris per la città. Ci sono tante soluzioni alla risoluzione del medesimo problema e quella dello stadio può essere una soluzione dignitosa, perché è ben strutturato su gomma e su metropolitana, si trova in un ambito urbano che ha una destinazione vocazionale a quel tipo di funzione eccellente, è un'area pubblica e quindi non c'è il sospetto di una speculazione immobiliare, appartiene alla parte pubblica quindi non si fa favori a nessuno un punto di vista immobiliare. La città lo può sostenere bene dignitosamente. Io non ho visto nel dettaglio il progetto, ma mi sembra tra l'altro che lo stia facendo un gruppo di progettazione molto qualificato".
 
Sono decenni che si parla dello stadio della Roma: secondo lei questa sarà la volta buona in cui riusciranno a farlo?
"Secondo me la discussione sulla città e la politica ha fatto così tanti pass avanti che sarei sorpreso nel vedere come può tornare indietro, si è incardinato un sistema decisionale che mi sembra abbastanza solido. Dopodiché vanno rispettate tutte le fragilità che ci possono essere. Qualcuno parla del bosco. Io invito tutti ad andare lì e vedere dove sta: non esiste un'area boscata. Magari fosse, sarei felice che la città ospitasse aree boscate. Lì semmai ci sono degli arbusti che sono cresciuti nell'abbandono in questi anni. C'è una legge nazionale che recita sostanzialmente questo: qualunque area dove le piantumazioni superano i 60 cm per qualsiasi ragione debbano essere osservate con una particolare attenzione perché possono rientrare tra le aree boscate ma è una cosa che non determina un vincolo, ma una decisione dell'amministrazione pubblica, della città e dei cittadini, se quella cosa vada protetta oppure no. Poi capisco le ostilità e altro, ma invito tutti coloro che ne hanno voglia ad andare a vedere se c'è un bosco".

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