Andrea Stramaccioni è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
De Rossi: “Non me lo immaginavo subito così. So quanto è difficile e credo che un impatto dal punto di vista del rendimento, e questo è sotto gli occhi di tutti, ma io sottolineerei un altro aspetto: quello dell’empatia con la squadra per quello che sta creando. E quello che ha creato va oltre ogni previsione. E’ bravo veramente, questa è una fortuna per lui, perché era in una situazione difficile dal punto di vista professionale, ed è una fortuna incredibile per la Roma”.
I giovani allenatori della Serie A: “Togliamo De Rossi da questa lista. Dico Thiago Motta, ci siamo confrontati diverse volte con lui, avevamo anche lo stesso procuratore quando ero giocatore. Nomino lui perché la sensazione è che lui riesca a mettere in campo quello che ha in testa a prescindere dagli interpreti. E questo secondo me è uno dei complimenti più belli che si possa fare ad un allenatore. Ho fatto la telecronaca di Bologna-Milan, prima di campionato che andò in scena la scorsa estate, e il Bologna si presentò senza Arnautovic, che era appena andato via, e con Dominguez che giocò un tempo ma era già stato venduto, e con Schouten… Poi Orsolini era infortunato e aveva la squadra smembrata: quella è stata l’unica partita persa in casa, da quel momento ruotando tutti gli interpreti ha ricominciato a giocare come giocava in passato. Il Bologna è la squadra di Serie A con più giocatori convocati in nazionale ed è merito anche di un altro fenomeno chiamato Sartori. Gilardino fa più parte della parrocchia De Rossi, ovvero grande campione che conosce bene l’ambiente, che subentra, conosceva quello spogliatoio: dimostra grande duttilità tattica perché cambia spesso modulo, i giocatori sono tutti valorizzati, anche quelli di una certa età. Palladino lo conosco meno di tutti perché il Monza è la squadra che non ho mai visto dal vivo”.
Il ruolo di oggi di Pellegrini: “E’ un altro ruolo rispetto a quello che faceva con Mourinho ma non si può prendere un giocatore, tirarlo fuori da un contesto e parlare solo di lui. Non sono figurine, il giocatore va visto nel sistema di gioco. Uno dei temi del centrocampo della Roma è quello legato ai metri che devono coprire i centrocampisti e le distanze. La Roma gioca 4-3-3 e prendiamo Paredes che ha giocato nel 3-5-2 nella Roma e nella Juventus e con quel modulo il mediano basso ha una copertura metrica lunghissima, ogni volta che va fuori la mezzala devi andargli dietro ma la mezzala può arrivare fino al terzino avversario. Pellegrini e Paredes quando devono coprire tanti metri vanno in difficoltà. Anche nella Roma che giocava a 3, Pellegrini le cose migliori le ha fatte con Zaniolo alle spalle di Abraham perché erano due trequartisti che si dividevano il campo con una punta che attaccava la profondità. Dal momento in cui le due punte sono state un po’ più distanti, ha iniziato a fare un po’ più fatica. Pellegrini ora è stato rimesso in quel contenitore nel quale giocava anche a Sassuolo, in quel periodo il Sassuolo giocava con il 4-3-3. Ogni giocatore ha il suo abito su misura, poi si deve adattare certo e andare nella direzione della squadra. Nella Roma, De Rossi ha rimesso tutti i giocatori nel loro contenitore, forse Lukaku è l’unico che si deve forzare. Possiamo parlare anche Spinazzola che ora si trova nel suo con El Shaarawy davanti ed è tornato quello dell’Europeo”.
Huijsen o Calafiori, chi ha più prospettive? “Questa è una bella domanda… L’operazione Huijsen non l’ho capita, ma sarà stata frutto di situazioni contingenti ma per me un prestito secco dalla Juventus alla Roma per me è incomprensibile. Calafiori è un altro dei miracoli di Thiago Motta ed ha tutte le caratteristiche per diventare un calciatore importante, a differenza di Huijsen ha grandissima velocità, spinge la palla e andatevi a rivedere il gol che il Bologna segna contro il Lecce quando ha dato palla ad Orsolini. Con Huijsen sarebbero una bellissima coppia perché l’olandese è forte fisicamente, bravo tecnicamente, forte di testa e mi sembra abbastanza sicuro di sé”.
Sulla marcatura stretta? “Qui secondo me ha qualcosa in più Huijsen perché è un difensore al 100%. Calafiori è un terzino di spinta che sta adesso, con il ruolo moderno, facendo il centrale. Sul difensore puro do qualcosa in più ad Huijsen ma nel calcio moderno Calafiori è velocissimo, un giocatore che diventa merce rara”.
Scalvini-Buongiorno: “A me Buongiorno piace tanto ma la Roma ha trovato in Ndicka un mancino secondo me veramente importante. Le partite allo stadio sono un’altra cosa e nelle ultime che ho visto, ho notato che è cresciuto tantissimo anche sotto il punto di vista della personalità. Vuole la palla, comanda e aiuta Mancini, lo vedo con una personalità che lo porta nel progetto Roma. Poi fisicamente è una bestia”.
Il cambiamento di Paredes: “Il 4-3-3 è il suo contenitore. Lui gioca attaccato ai difensori centrali e attaccato alle mezzali, non va più in giro, non si deve spostare tanto dal suo contenitore. Le cose migliori le ha fatte con questo sistema, allo Zenit, al Psg e anche nell’Argentina. Se oggi vuoi giocare un calcio propositivo devi avere un playmaker di qualità quindi c’è una disperata ricerca di questo ruolo, vedi che molti calciatori vengono adattati nonostante qualche limite, questo perché non ci sono più calciatori come Pirlo. Secondo me questo è il modulo di Paredes, è un giocatore poi di personalità, in campo si fa sentire. Il sistema di gioco e il rapporto con De Rossi sono i due punti principali del suo rendimento”.
Tante panchine saltate in Serie A: “Quando campi un timoniere è sempre una sconfitta per una proprietà, a meno che non parliamo di una proprietà nuova. Tra l’altro devi anche continuare a pagare il tuo allenatore. Però il confine può essere al limite”.
Roma-Milan: “Un bellissimo quarto di finale, la Roma ha totalmente cambiato atteggiamento: la sensazione adesso è che può giocarsela con chiunque, a prescindere dall’avversario. Secondo me il Milan nei primi undici è una squadra forte e nel gioco delle figurine forse ha qualcosa in più della Roma anche perché ha 6 o 7 undicesimi che sono campioni d’Italia, è una squadra che ha già dimostrato il suo valore e che si trova in difficoltà nel ricambio generazionale di alcune posizioni. Il tracollo che ha avuto in campionato è accaduto quando ha perso tutti i difensori centrali, quando ha perso Bennacer, ha perso quindi calciatori in ruoli rilevanti. Sarà una partita bellissima e aperta”.
Tornerai in panchina? “Nove anni di estero e la mia famiglia mi ha sempre seguito. Ho quattro figli e dopo nove anni la vita ti presenta un conto. Dopo l’esperienza in Qatar avevo deciso di fermarmi dopo il Mondiale. Questa cosa delle telecronache era arrivata quasi per scherzo ma è una cosa piacevole”.