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(09/07/2024) On Air

Mélisande Gomez a Te la do io Tokyo: Le Fée è un'ottima scelta, Ghisolfi è un dirigente moderno

Mélisande Gomez de L'Equipe è intervenuta a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo. 
 
Che giocatore è Le Fée? 
 
"A me piace molto, è un giocatore intelligente, di grande tecnica. Fisicamente non è un mostro, però ha visione di gioco, è capace di portare il pallone in avanti. Se la Roma ha un gioco di possesso, secondo me sarà un'ottima scelta. Invece, se la squadra non avrà il pallone, si vedrà meno, anche se è capace di recuperare un sacco di palloni, perché è uno che capisce molto il gioco, lo vede prima degli altri. Per me è un'ottima scelta. Lui da anni è seguito da tutti gli scout in Francia e in Europa, perché ha un sacco di qualità e di caratteristiche. L'unica domanda ora è come si potrà adattare al calcio italiano, alla vita, alla cultura, alla lingua, perché non era mai stato all'estero e non aveva mai lasciato la sua Bretagna, dove è nato". 
 
Come mai il fallimento al Rennes? 
 
"Loro avevano speso tanti soldi su Le Fée, lui è stato un po' infortunato... È vero che non è stato il salto che aspettavamo tutti, però ci sono stati problemini fisici e secondo me non è stato utilizzato abbastanza bene. Non penso che questo significhi che lui non sia capace di fare di più, anzi. Il suo idolo è Iniesta, che è una cosa abbastanza banale, e lui non è Iniesta, però ha questa capacità tecnica di giocare la palla sotto pressione, come Verratti, che abbiamo avuto in Francia ed era uno spettacolo. È un giocatore così, capace di portare il pallone in avanti, giocare a testa alta, guardare cosa succede per fare il passaggio giusto, per me è un'ottima scelta". 
 
Da quale parte del campo ama partire, quale ruolo preferisce? 
 
"Lui è un centrocampista centrale, è un 8, ma è capace di fare un sacco di cose. Può partire anche dal basso, portare il pallone e penetrare col pallone, perché ha una tecnica per cui non gli tolgono il pallone, gli piace anche tenerlo quando ce n'è bisogno. A me è sempre piaciuto perché mi piacciono i giocatori con i piedi e con la testa e lui li ha. Poi dovrà adattarsi all'Italia, alla tattica, anche se lui uno intelligente e potrà crescere e adattarsi tatticamente al calcio italiano". 
 
Com'è caratterialmente? 
 
"Come sapete, ha avuto un'infanzia difficile, quando era bambino il padre era in carcere, lui è stato cresciuto dalla mamma e dalla nonna. Ha un'educazione molto buona, è uno educato, che ha studiato e penso che questa esperienza personale lo abbia fatto diventare più maturo e più forte di carattere, perché sono cose che ti lasciano il segno. Adesso il padre non c'è più, però lui è un ragazzo con la testa giusta, non ci saranno problemi da questo punto di vista"
 
Come mai il rapporto con la Nazionale si è interrotto con le Under e non è riuscito a fare neanche una presenza con la Nazionale maggiore? 

"A centrocampo la Francia è messa abbastanza bene, con dei profili più fisici, con dei giocatori che sono titolari al Real Madrid e alla Juventus, quindi c'è una concorrenza che nell'Italia non c'è. Però lui è ancora giovane, è un 2000, ultimamente è stato un po' infortunato. Poi se farà bene alla Roma, sappiamo che Deschamps guarda molto il calcio italiano e vedremo"
 
Che tipo di dirigente è Ghisolfi? 
 
"Ha fatto veramente bene al Lens, ha costruito una squadra che ha fatto benissimo con mezzi limitati, aveva veramente le idee chiare. Lui ha una rete sul calcio interessante, sa un sacco di cose, vede bene i giocatori. Ha delle idee sulla costruzione di una squadra, non soltanto sul prendere uno, due o tre top player, ma sul costruire un insieme che va bene. Lo ha fatto al Lens benissimo, poi è andato al Nizza e ha fatto bene, quindi vedremo cosa farà alla Roma. Sarà molto interessante vederlo in un altro calcio, con delle aspettative importanti e anche con un po' più di soldi. Però è bravo, è un dirigente moderno che capisce il calcio di oggi. Io sono abbastanza fiduciosa". 
 
Khephren Thuram è veramente un bel giocatore? 
 
"Sì, è forte. A me piace molto. È uno fisico, ma anche tecnicamente interessante, è veloce, è uno educato, che capisce bene, che lavora, che si impegna, che cresce, ogni mese e ogni anno è cresciuto. Penso che sia pronto per fare il salto e giocare alla Juventus". 
 
Le Fée può giocare in un centrocampo a due? 
 
"Può giocare in un centrocampo a due, da solo come numero 6 è impossibile, perché non ha il fisico per farlo. Però a due, con accanto uno più tosto fisicamente, lui può fare un sacco di cose, andare più in avanti, far giocare la squadra, fare il passaggio veloce, lui è uno che non porta il pallone quando non c'è bisogno, può fare uno o due tocchi e lanciare in avanti". 
 
Perché Aouar ha fallito in Italia? 
 
"Non l'ho visto molte volte alla Roma. A Lione aveva fatto delle cose belle, ma a Lione è sempre così, perché sei nella tua squadra, dove sei cresciuto, quindi è diverso. Forse non si è impegnato abbastanza, forse non ha trovato lo spazio che sperava. A Lione era uno in prospettiva molto interessante, aveva fatto bene ma anche meno bene. Forse non è riuscito ad adattarsi, nel cambio di paese, quando lasci il club dove sei cresciuto sin da bambino devi essere capace di adattarti, imparare la lingua. I piedi li ha, forse non ha saputo lavorare tatticamente".

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