Andrea Stramaccioni è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
Un pensiero sulla vicenda di Edoardo Bove.
"Quello che è successo a Bove ieri mi ha messo i brividi. Tra l'altro è un ragazzo che conosco benissimo perché è del mio stesso quartiere, è andato a scuola dove vanno i miei figli. Ieri casa nostra si è fermata e ho cercato di avere subito delle informazioni, però ovviamente in questo momento bisogna essere molto cauti con ciò che si dice. Un grande enorme abbraccio virtuale all famiglia, io ho chiesto anche ai miei piccoli di dire una piccola preghierina, perché comunque queste sono cose che scuotono tutti, vanno oltre il calcio e oltre ogni cosa".
Questa sera Roma-Atalanta. Cosa può fare la squadra di Ranieri?
"Ero uscito dal Maradona con l'amaro in bocca, mentre la prestazione col Tottenham potrebbe essere il primo mattone di qualcosa di diverso. Ho rivisto un atteggiamento in alcuni singoli importante, perché poi è una squadra che aveva fatto diversi gol al Manchester City, che è vero che sta in un momento di crisi, ma comunque è una squadra che stava bene e che era andata in vantaggio dopo un secondo, perché comunque le partite poi hanno anche una loro storia, quindi poteva essere pure il preludio di una sconfitta pesante. Invece a me è piaciuta tanto la Roma e mi sono piaciute anche tante piccole cosette che mi piace guardare, per esempio l'abbraccio sul gol di Hummels. Secondo me può essere la base di qualcosa importante. Purtroppo per questa crescita oggi affronto la squadra più in forma d'Europa, c'è poco da tirarci intorno".
L'Atalanta ha dei giocatori molto rapidi in avanti, sarà dura contenerli.
"La partita in quella zona di campo è difficilissima, ha il coefficiente di difficoltà più alto di tutti, perché l'Atalanta paradossalmente è quasi peggio incontrarla fuori casa, perché tu li inviti ovviamente ad abbassarsi di più e loro quando hanno metri sono devastanti, mentre qualche partita in casa hanno fatto un po' più fatica perché hanno giocato contro squadre chiuse. Quando ero in panchina dicevo ai difensori 'Occhio che quando ti giri e hai tanti metri devi stare molto più attento nella fase difensiva', perché quei giocatori che hanno loro sono tutti micidiali. Tanto è vero che l'unica squadra che strapazzato il Napoli a casa sua è stata l'Atalanta, perché poi quando vanno in vantaggio si aprono ancora più spazi. Sicuramente sarà una partita in cui devi levare i loro le loro punti di forza, quindi il campo aperto, l'uno contro uno e forse servirà anche qualche qualche maniera forte. Intendo vincere qualche uno contro uno, non andarli a prendere uno contro uno. Quello è il pane loro, è come se vai a giocare sul loro terreno e non è il caso, oggi penso che pochissime squadre se lo possono permettere. Lo abbiamo visto con lo Young Boys, che ha provato a farlo per 20 minuti e ne ha presi 5, non è proprio il momento di giocare così contro l'Atalanta, che è una squadra a cui innanzitutto vanno fatti i complimenti al progetto e a tutto quanto. E poi, io lo sottolineo sempre, l'Atalanta ha cinque degli attaccanti più forti che ci stanno, è un grande, ma ci sono anche grandi giocatori, l'Atalanta ha il capocannoniere della Serie A, ha De Ketelaere in grandissima crescita, ha Lookman che non so se ve lo ricordate, ma a me onestamente non era rimasto impresso in quel Roma-Leicester per valori all'Olimpico. Questo per sottolineare che poi i giocatori inseriti in un determinato contesto di gioco, con allenatore e quant'altro, possono crescere e pure tanto. Penso che non la toccò mai in quella partita all'Olimpico e fu anche sostituito. Quindi stiamo parlando di un lavoro coerente e importante di Gasperini".
Come vedi Soulé?
"Io domenica scorsa a Napoli li vedevo correre tutti e tre, Dybala, Paredes e Soulé e pensavo come il calcio alle volte è strano, perché erano dei giocatori che, per motivi diversi, fino a pochi mesi prima erano inamovibili tutti e tre. Ognuno ha la sua storia, ognuno ha avuto i suoi problemi. Io dico che Soulé è stato probabilmente l'investimento più importante della Roma di quest'estate, insieme a Dovbyk, come tipologia, tra l'altro un giocatore preso dalla Juventus, quindi un giocatore anche con una trattativa più complicata, ma Soulé è un'ala destra, quindi può giocare solamente con un determinato modulo di gioco. Purtroppo è vero che in questo caso i moduli sono determinanti. Se Ranieri stasera opterà, come io penso, per dare continuità a quanto visto a Londra, probabilmente partirà fuori un'altra volta, con quel sistema lì lui non ha la sua casella ideale. Però a me come giocatore piace molto, è un giocatore forte. Lui è da 4-3-3 tutta la vita. Con il 3-4-2-1 può giocare mezzo destro, ma quando lo accentri lo perdi un pochino, perché lui è la vecchia ala coi piedi sulla linea bianca. Questo era un tema che c'era già con De Rossi, perché la squadra era stata pensata per il 4-3-3, era stato preso Saelemaekers nel finale del mercato, proprio per avere un'altra ala. E poi la storia la sappiamo, abbiamo addirittura preso un allenatore che gioca a tre e solo a tre, Juric, e capisco Ranieri quando dice che non vuole sbilanciarsi sul modulo, perché questa squadra è come se oscillasse. Però adesso non è il momento di fare questi discorsi, è il momento di dare continuità a quello che ha fatto a Londra e uscire dalla partita di stasera senza aver perso".
Su Dovbyk: parliamo di un gran bell'attaccante che ora è stanco, di un attaccante normale o di un attaccante che non è messo in condizione di segnare dalla squadra?
"Dovbyk è salito alla ribalta nel momento in cui, a 26-27 anni, ha trovato una squadra che giocava in un determinato modo, con Savinho, con grandissima qualità con gli esterni, che parlo del Girona, che riforniva l'area di rigore in tutti i modi. Attenzione che il Girona senza Dovbyk faceva una fatica enorme a fare gol. Quindi lui è uno straordinario finalizzatore, non è il classico giocatore che tu dici che fa reparto da solo, non è Dzeko, Lukaku o Lautaro, quei giocatori che dici "li metto là e ho fatto l'attacco". Lui è un giocatore che finalizza il gioco, quindi se tu lo metti in una squadra che entra tre volte in area, non va bene fa fatica, non è lui. Questo è un giocatore d'area, è un finalizzatore, se tu riesci a crossare a mettere palloni, 8-10 a partita. Anche a Napoli è partito e ha dato la sensazione di pericolosità 2-3 volte, ma era molto isolato. Poi ecco, hai messo un cross, due cross e una volta ha preso la traversa. Ovviamente i giocatori bisogna analizzarli bene, bisogna stare un attimino attenti, perché questo ha vissuto comunque i quattro mesi peggiori degli ultimi anni sicuramente, quindi occhio. È ovvio che secondo me chi ha costruito la squadra lo immaginava supportato da qualcosa che non ha funzionato finora, perché le ali non hanno funzionato, Dybala non è quasi mai stato in campo. La classica frase a fine partita, che diciamo pure nelle partite di calcetto, "Non mi è arrivata una palla", è vera. Guardate Lukaku, ora sta giocando in un altro modo a Napoli, gioca praticamente 75 minuti dei 90 spalle alla porta, ma è un'altra tipologia di attaccante per peso, per leadership, è un tipo di attaccante. Lui è un giocatore che non è che sta solamente sul dischetto del rigore, è un giocatore che fa reparto, perché nel Napoli comunque Kvaratskhelia è molto lontano, Politano è molto lontano, infatti 1-0 e finiscono le partite, tirano giù le serrande".
Con Saelemaekers potrebbe cambiare qualcosa?
"Secondo me di Saelemaekers se ne è parlato poco, ma è stato una perdita gravissima per la Roma, perché nella struttura della Roma mancava un giocatore così. Anche quando è entrato con il Tottenham si è visto. E poi è un giocatore che ha personalità, è vivace, è furbo, è smaliziato. Alla base del grande successo del Bologna dell'anno scorso c'è stato anche il suo contributo".
A proposito dell'attacco.
"Mentre facevo la telecronaca guardavo la panchina della Roma e pensavo "ma come è possibile che non ci sia un un'attaccante centrale?". L'Atalanta invece ne ha tanti, schiera anche Zaniolo lì e lo stesso Pasalic, che stasera secondo me giocherà, perché Gasperini contro le squadre che rispetta, in trasferta, parte sempre con Pasalic, mai con i tre attaccanti veri. Lasciando stare le vicissitudini con gli allenatori, la Roma ha un attaccante solo e l'alternativa è Shomurodov, che non rientrava nemmeno nei piani. Con un solo attaccante è difficile".
Come vice Dovbyk a gennaio punteresti su Djuric o Vardy?
"Djuric vorrebbe dire un cambio completo di visione di calcio, nel senso che ha una sua identità calcistica. Djuric va servito solo con una palla alta in costruzione, è il classico centravantone d'area. Sicuramente come cambio potrebbe essere un giocatore esperto, che conosce la Serie A, ha fatto gol. Se l'alternativa è Djuric o niente, lo prendo domani, perché la Roma non ha un altro attaccante ed è una cosa grave. Io ragiono anche sugli allenamenti: se tu fai la partitella bianchi contro rossi, chi è l'attaccante dell'altra squadra dove non c'è Dovbyk? Come si allenano i nostri difensori? Il Napoli quando fa allenamento da una parte ha Lukaku, dall'altra ha Simeone e Raspadori. Poi magari gioca Lukaku, ma ce li ha gli attaccanti".
Un parere su McTominay.
"Conte non lo leva mai, non lo ha levato neanche nelle partite in cui ha fatto più fatica. È uno di quei giocatori che alzano il peso che alzano il peso, segna e ha tutto, perché ha piede. Lui ha fatto le finali di FA Cup da attaccante, è un giocatore che ha quella confidenza col gol, quel gol che fa contro l'Inter su calcio d'angolo, lo schema in cui anticipa tutti di prima di piede, quelle sono giocate che o hai o non hai, quel fiuto del gol, quella capacità. E poi è forte fisicamente. La Roma invece mi dà la sensazione che abbia qualcosa in meno sotto il profilo dei chili e dei centimetri".